Vallelunga mon amour

Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh. Era ora.

Dopo un anno quasi di stop, finalmente una giornata a Vallelunga con la motocicletta. Avevo due novità importanti da provare. Anzi tre. La prima è il codone monoposto, che ha un’inclinazione differente, e una seduta leggermente più alta, oltre a non avere la sella imbottita: c’è solo una sfoglietta di neoprene da 2 cm (e infatti oggi mi fa male il posteriore. Nota per i lettori maliziosi: non è come sembra :lol:). La seduta più alta cambia la distribuzione dei pesi e facilita l’entrata in curva, oltre a ritardare il momento nel quale il ginocchio si schiaccia contro la carena e consentire angoli di piega maggiori. La seconda novità è il gas rapido, praticamente con neanche mezzo giro di manetta si apre tutto il gas. In uscita dalle curve strette si sente più sbacchettamento, ma poter aprire il gas in anticipo è indubbiamente vantaggioso. La terza novità erano i miei 13kg in meno. Sembra una scemenza, ma togliere 13 kg di peso da una qualunque moto equivale a spendere 3.000 euro per sostituire parti plastiche e di metallo con carbonio e/o titanio! 😆

Bene. Nonostante tutte le novità non sono riuscito a migliorare il mio record sul giro, però ho girato costantemente su tempi intorno ai 2-3 secondi sotto, il che considerando l’anno di ruggine accumulata è un ottimo risultato.

E comunque, al di là dei tempi, e delle novità da provare, quello che mi mancava, e di cui ho fatto per fortuna provvista, era l’atmosfera del paddock, e le sensazioni della pista. I motociclisti pistaioli sono una categoria singolare. Per certi versi assimilabili ai pescatori. Mentono come arabi. Ogni circuito ha i suoi tempi di riferimento, per Vallelunga una prima soglia importante è quella dei 2 minuti. Se si sta sotto i 2 minuti già è un bel risultato. Chi va veramente forte gira intorno a 1’50”. I professionisti girano intorno a 1’40” (come regola di buon senso, aggiungendo una quindicina di secondi ai tempi dei professionisti di norma si ottiene un riferimento per gli amatori). Ora, ascoltando le chiacchiere da paddock (la zona antistante i box dove ci si “parcheggia” con furgoni e tendalini quando si fanno le giornate di prove libere) a Vallelunga, praticamente non c’è praticamente nessuno che giri sopra il famoso 1’50” (tranne il sottoscritto, che per antica abitudine dice la verità e si autoassegna un tempo poco sotto i 2 minuti), è tutto un florilegio di confronti sulle percorrenze di questa o dell’altra curva, di racconti di quella volta che ho fatto il tempone, di thriller su quell’altra volta che a momenti mi hanno centrato, e via così. Poi si entra. E mentre io giro tranquillamente per i fatti miei, mi imbatto in quello che aveva testé dichiarato tempi da professionista; peccato che sembri un motociclista a passeggio concentrato sul panorama… lo passo e tiro diritto. Ma il bello è il re-incontro al paddock. Neanche mi vede e già mi racconta quanto “proprio oggi” abbia le sospensioni fuori taratura, e non capisce come mai non riesca a metterle a punto, ma su ogni staccata l’anteriore gli va “a pacco” e il posteriore innesca delle orrende oscillazioni in uscita… Diciamolo, i pescatori sono dei dilettanti…

Altro paragone calzante sono gli sciatori. Ora è molto che non frequento le piste da sci, ma ricordo distintamente che l’abilità sciistica, ai miei tempi era inversamente proporzionale al costo dell’attrezzatura indossata. C’erano sciatori provetti che giravano in jeans e ghette, e pippe fantasmagoriche con abbigliamento rigorosamente Moncler, scarponi ultimo grido e sci da supercompetiscion. In pista funziona abbastanza così. Arrivano questi ragazzotti con montati una serie di optional stra-costosi (un monoammortizzatore posteriore Ohlins costa circa 1.000 eurini per capirsi, una forcella anteriore completa intorno ai 2.000) che sono in grado di declinarti a memoria tutti i set di regolazioni in funzione dell’umidità dell’aria e del vento a favore. Questi li passi alla prima curva. Poi arriva un tipetto sfigatello, con tuta sdrucita, una moto di 7-8 anni, carene in vetroresina non verniciate, e te lo vedi passare come un missile nei 35 cm di spazio che hai lasciato tra te e il cordolo…

Come si fa a descrivere le sensazioni della pista? Ci vorrebbe la penna di Salgari… ho provato a parlare del tempo rallentato in questo post. Oggi provo a dare qualche flash sparso. A Vallelunga la prima curva dopo il rettilineo box, che con enorme sforzo di fantasia si chiama Curvone, è la più veloce del circuito, si fa a oltre 200 all’ora con il ginocchio che struscia a terra. Subito dopo c’è una controcurva a sinistra, prima della discesa che porta ai Cimini (devo aprire una parentesi per comunicare che la somma froceria acquistata, gli occhiali provvisti di telecamera, per errore del sottoscritto hanno prodotto un film inguardabile. Si vede l’asfalto davanti alla ruota. E qualche cordolo. Peccato perché il sonoro non era niente male, preso dall’interno del casco. Ah, e la seconda ripresa è andata ad cazzum perché si è sfilata la microSD dall’alloggiamento. Maremma maiala). La preparazione del Curvone inizia all’imbocco del rettilineo box, quando si esce dalla Roma e si infilano in sequenza le marce sino alla quinta (la sesta non si fa in tempo). Dopo il rettilineo si scollina con una piccola deviazione sulla sinistra, e dopo lo scollinamento si vede il Curvone nella sua maestosità. Inutile negare, la paura è tanta. Si cerca di ritardare il momento in cui si chiude il gas (non si frena, rigorosamente), si tiene d’occhio il cordolo che si avvicina, si inizia a spingere sulla pedana destra contemporaneamente spostando a destra il peso del corpo, si cerca di portare la testa in avanti, si “abbraccia” il serbatoio con il braccio sinistro e si butta giù la moto, “costringendola” a entrare nella curva. Appena impostata, quindi appena si inizia a piegare, si ridà gas (i professionisti aprono a martello), che serve anche a compensare il fatto che la moto punta decisamente all’interno e se non si apre si finisce sul cordolo. Non voglio menarla di nuovo col tempo rallentato, ma chiaramente tutte queste cose avvengono in frazioni di secondo. Quello che è prevalente è la sensazione di dominio del mezzo, di piegare la volontà della moto alla propria. Sembra di avere per le mani un potere enorme, mentre si costringe il mezzo a fare quello che noi vogliamo che faccia.

Questa sensazione di potere può facilmente sfociare in delirio di onnipotenza e portare a risultati inattesi. Come nel mio penultimo turno, quando ho imboccato la prima dei Cimini “a cannone”. I Cimini sono due curve con un micro-rettilineo in mezzo, che vanno percorse come se fosse una sola. Il tutto condito da un saliscendi che contribuisce a fornire una sensazione da ottovolante. Praticamente si “pela” la prima curva, si allarga e si punta sulla seconda. Il gas gioca un ruolo fondamentale anche in questo caso, soprattutto per sfruttare tutta la pista e imbroccare la traiettoria migliore che consente di ritardare la corda della seconda curva per poter uscire veloce sul rettilineo successivo. In buona sostanza, dopo aver buttato dentro la moto nella  prima curva, si apre il gas lasciando scorrere la moto verso l’esterno, per poi puntare decisamente verso la seconda curva, aprendo tutto il gas subito dopo la corda. Ebbene, in uno di quei momenti da delirio di onnipotenza, subito dopo la prima ho dato una “manata” di gas decisamente troppo brusca, e la ruota posteriore ha disegnato un bel virgolone nero sull’asfalto. Il problema vero è stato però che invece di assecondare la sbandata e pelare il gas, ho chiuso di scatto. L’immediato recupero di aderenza ha trasformato la moto in un cavallo imbizzarrito, e ho preso un colpo da sotto in su che ha rischiato di farmi volare in alto e buttarmi a terra. Per fortuna è andata bene…

Mi ha telefonato stamane un amico al quale avevo proposto la giornata di ieri, dicendo che stanno organizzando per l’8 ottobre a Misano. Hmmmmmmmmmmm chissà, magari viene Luci a fare la ragazza ombrellino! 😆

44 pensieri su “Vallelunga mon amour

  1. Luci

    Io del post ho capito solo due cose: la storia dei pescatori (ho un padre fungaiolo e tartufaio e le dinamiche sono esattamente le stesse!) e quella dell’ombrellino… temo che l’8 ottobre sia troppo freddo per la gonnellina,ma se dovessi davvero venire qui in Romagna ci sarò!!!

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  2. Biancaneve Suicida #OVERDRIVE#

    Torno or ora da una capatina in Romagna… ah, tempismo orribile, come al solito!Premettendo che conosco entrambe le prime categorie e, in particolare, un soggetto facente parte di entrambe (ohibò, chi sarà?) ne deduco che di cazzari ormai me ne intendo!La categoria dei gggiuovani rampanti invade anche il web: non esiste forum o che dove questi non sciorinino tutta la lista infinita di modifiche da millemila euro che hanno fatto alle rispettive e poi guardi le foto postate e hanno le ruote quadrate! Gli occhiali con la telecamera sono una finezza incredibile, voglio vederti all’opera seriamente a questo punto! E non farmi prendere coccoloni!E finalmente Vallelunga fu!!! XD

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Ohhhhh e menomale che sei tornata e hai dato segni di vita! Qui si stava pensando di sguinzagliare la Protezione Civile crucca per capire che fine avessi fatto!!! 😀
      Le ruote quadrate mi ha fatto cappottare. E non dico altro. Li conosci proprio bene. 😆

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  3. comearia

    La categoria degli sciatori mi è ben nota [puntualmente ero quella con “ma guarda che tuta” e “ma li fanno ancora quegli sci?”, che poi dava merda a tutti – ops, scusate la scurrilità], quindi ti capisco perfettamente quando parli di quelli che “è la giornata”. Sì, sì, ceeeeeerto.
    Il maremmamaiala mi è piaciuto parecchio.
    E l’ultima parte del post, che dire. L’ho letto torturandomi il labbro, mi sembrava di averti davanti [il virgolone nero sull’asfalto e la moto imbizzarrita, già]. Immagino l’adrenalina che si possa sentire a viverlo. “Abbracciare” il serbatoio… è quasi poetico.

    La collega se ne sarà pure andata, ma i clienti mi svolazzano attorno come api.
    Uff.

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Abbracciare il serbatoio è poetico se sei alto 1.60 scarsi come quel simpaticone di Biaggi. Se sei quasi 1.90 diventa un esercizio tra l’equilibrismo e il contorsionismo… 😀 😀 😀

      E poi, vieni anche tu a fare la ragazza ombrellino così non ti torturi il labbro 😀

      P.S. Le lingue sono un mio pallino. Posso insultare in un numero significativo di lingue e accenti differenti, vernacoli inclusi… 😉

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  4. tittisissa

    Capo, mi pare de capì che te sei proppio divertito!
    Ne sono felice per te, avrai di certo fatto la tua porca figura con la tutina tutta attillata su quel fisicaccio che adesso ti ritrovi 😀
    In fondo te lo sei proprio meritato un giro in pista, dopo un regime ristretto dietetico come quello che ti ha accompagnato in tutti questi ultimi mesi.
    So’ soddisfazioni cì 😆

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  5. 黒子 くろこ kuroko

    io avevo letto ma non avevo commentato. sono perseguibile per legge.
    dunque, vacci piano tu, che rischio una coronaria se sale tanto la suspense. vabbè che i regazzini li devi fa sfogà ma insomma.
    eccosì, io mi perdo quando parli di motociclismo. ma non mi dispiace affatto. e leggere questa universalità nel ripetersi delle performance verbali di motociclisti sciatori pescatori.. non ha prezzo. salvo poi essere scossi dal paragrafo ad alta tensione u_u
    e voglio vedere Luci-ombrellina [scusami, ma io appartengo alla generazione traviata dai pokèmon. per cui se dici ombrellina, automaticamente penso a una cosa del genere http://media.pokemoncentral.it/wiki/1/15/DPPt_Ombrellina.png
    anche se nel tempo una qualche nozione in più l’ho acquisita. continuo a preferire le ombrelline dei pokèmon (ora puoi chiamare il centro d’ingiene mentale)]

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      A me invece piacerebbe vedere Luci-Ombromina… 😉
      Se sono riuscito a trasmettere un po’ di tensione adrenalinica sono contento, perché il mio obiettivo era proprio questo: una pennellata di folklore e un po’ di sensazioni direttamente dalla sella. Io i pokémon non so neanche cosa siano, e avendo campato bene per più di mezzo secolo senza saperlo, non sono neanche particolarmente interessato ad un approfondimento… 😆
      Per il CIM c’è tempo. E comunque sto cercando di organizzare una roba in comitiva. Un bel TSO collettivo. Stanze singole, una meeting room, wifi ovunque e un aifon e un tablet a testa. Più un pc, ovvio. E una tavoletta grafica per Iaia. Così ci mettiamo tutti insieme noi picchiatelli e possiamo parlare liberamente di ombromini, di tao, di numeri e vaffanculi, di incubi che diventano disegni e post, di nippotorinesi, e chi più ne ha più ne metta. Noi saremo felici, e avremo liberato il resto del mondo da un pericoloso manipolo di squilibrati. 😀 😀 😀

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      1. 黒子 くろこ kuroko

        io sono stata investita in pieno dai pocket monsters. non è il caso di approfondire X)))))))
        Luci-Ombromina piacerebbe vederla pure a me. suona molto bene.
        ora che so pure cos’è il TSO non vedo l’ora che questo luogo paradisiaco. abbia luogo (scrivodashifo ma vado de presciaaa). persino un tablet. sto già lì punto.

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    2. gluci77

      Ehi, la tipetta ha il caschetto come me!!! Ma come ombrellina non può affatto competere! 🙂 Peró niente gonnelline… Preferisco gli shorts, così evitiamo pericolosi svolazzamenti!

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      1. Katia

        Luci, tesoro: è meglio che non ci sfidi, che noi arriviamo lì tutte parate con il tacco dodici e lo facciamo rimanere di stucco. Nel mio caso sarà perchè sono volata dal tacco dodici,ma.

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  6. el

    a me fa paura.
    sì, ecco. amo la moto, per ora da passeggera, ma forse a breve da patentata. un conto però è andare in strada e gustarsi li panorama, le curve, l’arietta. un conto è la pista. e quella, sì. mi spaventa un po’. ma, detto questo.
    leggerlo qui, sapere dei tuoi deliri, della tua leggerezza. immaginare luci con l’ombrellino. ecco. non ha prezzo. che tu la testa sulle spalle la hai, più di me di sicuro. 🙂
    e misano sia?
    abbraccio forte forte.

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Due notizie, una buona e una cattiva. La cattiva è che Misano è saltata, ho tardato troppo (ogni volta devo convocare un CdA familiare per stanziare i fondi necessari all’investimento ;)) e non c’è più posto. La buona notizia è che se ottobre non sarà troppo piovoso sto pianificando una mezza giornata a Vallelunga per chiudere la stagione in bellezza, e se ti va di venire a fare la ragazza ombrellino sei assolutamente la benvenuta! As an aside note, avevo già parlato qui della guida in pista, e c’è anche un filmato esplicativo. Quella è una descrizione maggiormente focalizzata sul fluire del tempo, ma insomma, è un bel po’ adrenalinica pure lei 😉
      Sulla pista potrei parlare per ore e ore, ti dico solo una cosa: è INFINITAMENTE più sicura della strada. E con riferimento a questo post, una distrazione come quella tra i Cimini con virgolone nero e tutto, se fosse accaduta per strada sarebbe probabilmente finita male assai. 🙂
      E anzi, a questo proposito ti racconto perché ho deciso di trasformare la moto in pronto-pista, con impossibilità di circolazione su strada. La moto era ancora targata, e di solito io andavo a Vallelunga direttamente in motocicletta, già intutato e con zainetto al seguito. Niente cassetta dei ferri, niente seggiolina, niente doccia a fine giornata, ma soldini di trasporto risparmiati. Un giorno ho deciso di provare il trasporto, e in coincidenza a questo mio nipote decide di venire con me. Dico a mio cognato di incontrarci all’area di servizio di Selva Candida, e gli dico che si trova un paio di km dopo l’Aurelia. Mi avvio con la macchina, oltrepasso l’Aurelia. Faccio 2km, poi 3, 4, 5 e di Selva Candida nessuna traccia. All’ottavo km la trovo. E mi sono domandato perché avessi detto 2 km. La risposta è semplice. Quel tratto in motocicletta lo facevo sempre a 230. E a quella velocità 8 km sembrano 2-3. Lì ho deciso che la moto sarebbe diventata pronto-pista. Perché non c’è niente da fare. Se hai 150 CV sotto il sedere, la manetta del gas la giri, eccome se la giri. 🙂

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    2. Luci

      Sentite, facciamo una cosa… vengo a trovarvi a Roma, ci diamo appuntamento in un posto ed io per farmi riconoscere mi faccio trovare con un ombrellino aperto! che ne dite?! 🙂 Scherzi a parte, prima o poi a Roma a cercarvi ci vengo per davvero e porto pure Frugolino, poveri voi!!! 😉

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  7. Claudiappì

    Ho capito, questo post devo farlo leggere a mio marito. Mi dice le stessissime cose ogni giorno 😀
    La moto è una bella passione, solo io non riesco a farmela piacere, se non per poche ore qualche volta all’anno 😀

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Eheheheheh noi motociclisti non stiamo bene, questa è la verità vera. Se gli fai leggere questo, fagli leggere anche quest’altro, sono praticamente certo che si riconoscerà. E c’è anche un video con una soggettiva di Vallelunga, girato da uno di quelli che girano 1’50 (sul serio, non da pescatore ;))

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Io ho provato con un corso. E se fai il corso impari anche tante cose che ti tornano utili in strada. Ce ne sono tanti, di corsi di avvicinamento alla pista. Pensa io non avevo neanche la tuta, l’ho affittata. Perché non sapevo se mi sarebbe piaciuto e non volevo buttare i soldi. Uno dei vecchi post di questo blog si intitola “Moto, guida in pista e time-warp”. Prova a leggerlo. Ché in pista non c’è solo adrenalina.

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