Poi dice che uno

Ve lo ricordate Totò, sì? Il famoso “Poi dice che uno si butta a sinistra”. No no, non è un post politico. Per scrivere un post politico dovrei prendere preventivamente dosi massicce di Peridon per evitare attacchi di vomito, visto quello che sta succedendo in questa campagna elettorale.

E’ un post sulle affinità, e il “poi dice” si riferisce a “poi dice che uno si fissa con la meccanica quantistica”, “poi dice che uno la mena continuamente con l’entanglement”, “poi dice che uno si mette a parlare degli stati coscienziali superiori”.

I fatti. Ieri sera stavo guardando un film. Perché la finale di Sanremo no. Ma proprio no. Guardavo questo film, “W.” di Oliver Stone, veramente appassionante, e alla fine del film decido una prima volta di andare a dormire (in realtà poi mi sono messo a vedere “Il Patriota” e sono andato a dormire alle 2); prima di andare mi affaccio su Facebook, e scorrendo la mia bacheca trovo questo post di elinepal (i nomi sono anneriti, per questioni di privacy; chi conosce elinepal sa come raggiungerla)

Post Eli short 1Guardo il nome, e le prime righe. Mi viene in mente che, uhm, quel viso non mi è nuovo. Mi pare che… ma no, non è possibile. Controllo. Faccio una piccola search sul blog, e rispondo a elinepal

Post Eli 1Più di sei mesi fa avevo scritto di questo signore, Giles Duley, in questo post, raccontando la sua storia, perché mi aveva molto colpito la sua doppia rinascita, la prima quando ha abbandonato la professione di fotografo di moda per diventare un fotografo utile agli altri, la seconda, molto più dolorosa e coraggiosa, dopo la mutilazione, diventando un testimonial vivente contro le mine antiuomo. E oggi, sei mesi dopo, la cara elinepal viene colpita esattamente dalla stessa storia. E non solo, la scrive su Facebook. E non solo, io mi trovo lì proprio nel mentre. Non troppo presto, non troppo tardi, giusto in tempo per leggere e per condividere. Se non sono affinità, se non è entanglment questo, cosa lo è?

E oramai è talmente una “rota” (dipendenza, cfr “Il dialetto dei bassifondi della Capitale”, Wish aka Max, ed. Adelphimicacazzi), che su suggerimento dell’ottimo Ema (che poi Ema quando te lo apri un blog così ti posso linkare?) mi sono comprato “La fisica del diavolo”, che è molto, molto divertente, e spiega in modo chiaro e semplice i principali paradossi con i quali si sono confrontati i fisici. Ovviamente la relatività generale, la relatività ristretta e la meccanica quantistica la fanno da padroni, ma c’è lo spazio anche per un raccontino in introduzione che spiega correttamente cos’è un paradosso e cosa non lo è, che voglio condividere qui, prima di passare al gran finale, neanche a dirlo quantistico, tanto per cambiare ;).

Ci sono tre viaggiatori che per una serie di circostanze si trovano a dover dormire in una stanza di albergo tutti insieme. La stanza costa 30€, per cui ciascuno di loro consegna 10€ alla receptionist. Mentre stanno salendo, la receptionist si ricorda improvvisamente che quella settimana era in vigore una promozione per cui il costo della stanza non era 30€, ma 25€. Mentre si avvia per restituire 5€, pensa che 5 non è divisibile per 3, e quindi decide di restituire ai tre viaggiatori un euro a testa, trattenendone due per sé. Ora, a questo punto abbiamo un problema. Perché ciascun viaggiatore ha pagato 9€, per un totale di 27€, e due euro li ha trattenuti la receptionist. Dov’è finito l’euro mancante?

Mentre ci pensate (Ema non puoi rispondere) vi propino un video di TED. Un po’ di tempo fa avevo parlato del fatto che portando il microcosmo nel macrocosmo si rischia di fare un gran casino, arrivando al gatto di Schroedinger. Aaron O’Connell si è messo in testa che se gli effetti quantistici valgono per i singoli atomi, e per le singole particelle subatomiche che compongono il singolo atomo, allora deve esserci un modo per farli valere anche per un insieme ordinato di atomi. Per vedere realmente, con gli occhi, gli effetti quantistici. Nessuno ha mai visto realmente una particella subatomica, la si può immaginare, si possono guardare le tracce lasciate con esperimenti tipo quello dell’interferenza, ma le dimensioni sono troppo piccole per essere realmente osservate. Ebbene, il buon Aaron dopo anni di studi e tentativi ha costruito un oggetto dove effettivamente c’è un pezzo di materia che si trova in due posti contemporaneamente. La spiegazione è affascinante, e ci sono i sottotitoli in italiano.

Ah, giusto. Dov’è finito l’euro. Quello mancante. Ecco. Questo esempio viene usato da Al-Khalili per mettere in guardia contro i falsi paradossi. Qui non esiste alcun paradosso, in realtà. Noi siamo portati a pensare in termini dei 30€ perché ci è rimasta “appiccicata” questa informazione contenuta nei dati di partenza. E quindi sembra mancare un euro. In realtà la stanza costa 25€, e i tre viaggiatori hanno pagato 27€, due euro in più del dovuto, proprio i due euro che si è intascata la receptionist. Per dire che non c’è nulla di paradossale, è solo una costruzione mentale nostra che ci porta a sommare invece che a sottrarre, per il fatto che il nostro riferimento è rimasto 30 (e ovviamente chi racconta non ha alcun interesse a fare chiarezza). I paradossi, e i finti paradossi, sono un ottimo sistema per aprire la mente, e per stimolare la parte destra del cervello. Quella intuitiva, di cui parlava Aaron. 🙂

30 pensieri su “Poi dice che uno

    1. Wish aka Max Autore articolo

      Ecco, guardalo, è veramente affascinante. Poi va beh, dipende dall’interesse che uno ha, ma insomma l’idea che un oggetto si possa trovare contemporaneamente in due posti, a me affascina parecchio.
      E le affinità, l’entanglement, sono più vicine a questi temi di quanto non si sospetti…

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      E sì. Veramente sono cose che mi affascinano, senza andare a pensare a riti magici io credo che nella metà destra del cervello ci siano delle potenzialità inespresse, che ogni tanto si manifestano. Tipo quando pensi a una persona, dici “adesso gli telefono”, squilla il telefono ed è lui/lei. Cose così. E credo che ci sia realmente un legame con i temi della fisica moderna, il fatto di vedere l’universo come un “unicum” da cui tramite un big bang si è sviluppato tutto, e che nei fatti l’unicum ancora permane tramite l’entanglement… insomma come detto sto a rota. 😀

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  1. Ema

    grazie dell’ “ottimo”… E no, il blog proprio gnafo’ (quando avrò un’edizione del tuo libro?), scrivo già come un disperato per altre cose (pubblicazioni, tesi, i miei vari lavori, le scemate su facebook), che ci manca solo quello 😉

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  2. elinepal

    Ecco. Una la domenica mattina si sveglia, male, per aver dormito male ed essersi svegliata peggio, vede il tuo post e inizia a nutrire qualche speranza sulla possibilità di dare corso ad una giornata ancora una volta positiva. La questione del piccolo trampolino nell’ascensore vuoto mi sfugge ancora un po’. Dovrò rivedere il video con attenzione perchè devo aver perso un passaggio importante che mi faccia capire perchè questo ragazzone fasciato in giacca di shantung di seta beige è convinto di averci fatto capire che gli atomi sono nello stesso posto contemporaneamente. In pratica capisco di non aver capito nulla. Ma non ti scoraggiare Max, non rinuncio. La cosa interessante che mi è arrivata è che non solo esistono legami tra tutte le cose, ma sono proprio questi che compongono la nostra essenza. Come dire che io sono anche fatta dell’esistenza di Wish. Ciò mi fa sperare che un giorno capirò qualche piccolo accidente di meccanica quantistica anche io.
    L’altro punto importante è che avendo letto una notizia riguardo una persona speciale, il fotografo Giles Dudley e avendola pubblicata su FB, mi è tornata indietro una sua intervista filmata. Da dove si capisce che non è un superuomo con superpoteri, ma un essere umano esattamente come noi, che avendo avuto la sfiga di saltare su una mina e perdere buona parte del suo corpo, ha saputo trovare dentro di se l’energia, la voglia e la capacità di godere della vita e di sentirsi ancora profondamente utile e connesso. Ha addirittura trovato che questa sua tragedia sia un’occasione per fare cose che altrimenti non avrebbe mai potuto fare.
    Mi auguro che nessuno debba saltare su una mina per trovare una tale profondità nella propria esistenza. Già affrontare i problemi che abbiamo quotidianamente può essere una utile palestra. Vedere questo filmato mi ha ricordato di farlo. Mi ha ricordato che “si può fare”.
    Scusa Max se ti ho colonizzato il post…. ma avendomi fotocopiato un po’ te lo aspettavi… 🙂

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Ma magari ce ne fossero tanti, di colonizzatori! E quando andiamo da Benito, con l’ausilio di un pezzo di carta e una penna ti spiego la storia di Aaron. 🙂
      Riguardo Duley. Lui è una persona pazzesca. Uno di quelli tipo Alex Zanardi. Mi aveva colpito per questo. Perché già non è normale che tu molli una professione che ti dà lustro e denaro perché vuoi fare qualcosa che dia più senso alla tua vita. Ma poi dopo esser stato mutilato decidi che sei TU la storia da raccontare. Beh. Pazzesco è pure poco.
      Contento di alimentare speranze positive 🙂

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  3. tramedipensieri

    Buongiorno Max….
    questo è un post interessante e non è facile commentare.
    Da quando ho iniziato a leggere sino ad andare nel precedente post da te indicato…per arrivare al video meraviglioso che hai postato…beh…sono assalita da tante domande e, per poter scrivere le mie impressioni, domande, e tanti dubbi ho bisogno di rileggerlo con calma.
    Intanto devo cercare di non far confusione tra: affinità. coincidenze. pensieri. telepatia. simpatia. particelle. fili invisibili. energia. capacità. volontà. dolore.
    Ora i nostri sentimenti altro non sarebbero che particelle?
    ……….?
    Insomma un bel pò di roba che non è facile mettere insieme.
    In questo momento sono molto confusa.

    A presto e buona domenica
    .marta

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  4. annam11

    Trovo straordinario il tuo modo di fare associazioni mentali. Trovare connessioni, in generale, è una delle cose più affascinanti che l’uomo possa fare, se sono interessanti come nel tuo caso.
    Però… permettimi di fare un secondo la bastian contraria, il caso di Giles Duley è noto ai media, non mi sembra così incredibile che una persona che conosci abbia scoperto la sua storia, tempo dopo che l’hai fatto tu…
    Ritorno nel guscio

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Quello che ho trovato straordinario è la coincidenza di tempi. Non frequento tantissimo facebook, eppure mi sono affacciato proprio appena in tempo per vederlo. E’ questo “caso” che mi lascia perplesso. E mi fa pensare a comunicazioni che avvengono su altri piani. Un po’ come quando pensi a qualcuno, pensi di telefonargli, e squilla il telefono ed è lui/lei.

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