Il pensiero positivo (secondo me)

Think PositiveLa parentesi del titolo è importante. E’ da un po’ di tempo che dico che dopo molti anni trascorsi vivendo di certezze, le ho abbandonate quasi tutte per lasciare spazio alla cultura del dubbio. Questo non significa che io non sia deciso, anzi, sostengo con pari determinazione l’importanza del libero arbitrio, in forza del quale rivendico il diritto di avere delle opinioni forti. Però, per l’appunto, sono opinioni, non dogmi inviolabili. Sono (quasi ;)) sempre disponibile a discutere, e soprattutto ad ascoltare, opinioni differenti dalle mie. Difendo le mie, ovviamente, ma non sono impermeabile al cambiamento. Il quasi sempre, riferito alla disponibilità al confronto, si riferisce a quei casi in cui mi trovo di fronte a quelli che io chiamo i profeti. Quelli che hanno la verità svelata, e sono così magnanimi da dispensarla a noi poveri ciechi, che ancora non abbiamo visto la luce. La loro luce, beninteso. Ecco, io non credo di avere verità svelate. Credo di avere delle opinioni, a volte forti, come in questo caso, ma tutte le affermazioni che seguono sono implicitamente prefissate da un “secondo me” a caratteri cubitali.

Questo post nasce da un paio di commenti al precedente. Masticone, che se non fosse un irsuto maschiaccio verrebbe nominato de iure mia musa ispiratrice, mi faceva osservare come a pensar sempre bene si rischia di toppare. Per la precisione, mi ha detto “Il pensiero positivo a oltranza però non mi convince molto. So che funziona ma a volte si rischia di diventar ridicoli senza accorgersene.”

Effettivamente non è facile dare una definizione di cosa sia, il pensiero positivo. Forse è meglio tentare di dire cosa non è. Sicuramente non è ottimismo. E mi spiego con un esempio. Ero in macchina con mia madre, e parlavamo di mio padre, che era mancato da poco, e io le dicevo di usare il pensiero positivo. Lei disse che lo aveva sempre fatto, e aveva sempre creduto che sarebbe guarito. Ecco, pensare che un cancro ai polmoni della peggiore specie, dichiarato inoperabile sin da subito, possa guarire, e crederci, non è pensiero positivo. E’ ottimismo incosciente. E’ seppellire la testa nella sabbia. Quello che volevo dire a mia madre era di cercare di allargare la prospettiva. Di non focalizzarsi sulla perdita. Di cercare di vedere il buono, il positivo. Che nello specifico significava averlo conosciuto, averci vissuto quasi cinquant’anni insieme, aver avuto dei figli con lui, che a loro volta avevano avuto dei figli, suoi nipoti. Tutto questo, senza mio padre non sarebbe mai avvenuto. E questo pensiero può aiutare a trasformare la disperazione prima in dolore sordo, e poi in malinconia.

Il pensiero positivo non significa non soffrire. Significa cercare di limitare la disperazione, per l’appunto. Cercare il buono. Perché se si cerca per bene, il buono c’è sempre. E allora un po’ di sofferenza se ne va, si placa un poco. E’ difficilissimo, a volte. Perché abbandonarsi alla disperazione è la cosa più semplice, e la sua apparente inevitabilità è molto tentatrice. Ma è proprio questa forse, l’essenza del pensiero positivo. Di non considerare la disperazione inevitabile, di non arrendersi, di continuare a cercare.

Che poi questa cerca è tanto simile al viaggio, viaggio inteso come apprezzamento di quanto si vede durante, non il mero andare da qualche parte. E’ il viaggio, non la meta. E’ la storia, non l’autore. E la cerca non finisce mai.

52 pensieri su “Il pensiero positivo (secondo me)

  1. ema

    Qualcuno mi disse, circa 2 settimane fa, che un viaggio inizia con un singolo passo… Poi magari è anche difficile fare il secondo, ma questo un altro discorso. Il fatto è che, per come ti conosco, hai solide certezze (che, così come il dubbio non è debolezza, la certezza non è fanatismo) e sei capace di trasmetterle a chi ti sta attorno.
    E poi parli di verità. la verità, mi disse il mio primo direttore commerciale (che forse conoscevi), non esiste: esiste una verità per ciascuno di noi. Una frase che mi colpì molto, ai tempi. Un tarlo che mi sono portato dietro, dal 2002, pensa te…
    Aggiungo un pezzo, al tuo concetto di pensiero positivo: hai mail letto Viktor Frankl? E’ stato un grande psichiatra. Scrisse alla ricerca di un significato della vita, dopo la sua esperienza di internato in Lager.. ecco se qualcuno trova un “qualcosa” in un luogo come il lager, possiamo trovare qualcosa anche noi nelle nostre vite.
    Buona cerca 🙂

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Oh mio dio, hai beccato qualcuno che ha la fissa del Tao Te Ching… povero te! 😀
      Frankl mi manca, dovrò colmare la lacuna… solo che ora con ‘sto cazzo di corso di Coursera non ho tempo più neanche di leggere i blog… sono tornato studente!!! 😀

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  2. tramedipensieri

    Condivido ed aggiungo che, secondo me, molte persone…ci nascono con “il pensiero positivo”.e non solo .riescono a trasmetterlo ad altre.
    Non è così per tutti .ed è molto difficile trovare, a volte, le parole…per incoraggiare e consolare.

    buona serata
    .marta

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  3. elinepal

    E’ chiaro che il pensiero positivo può essere immaginato in modo superficiale come un ottuso ottimismo su qualunque cosa. E penso positivo è diventato oramai un motto. E’ invece parte di antiche filosofie che insegnano ad andare molto più in profondità. O meglio, per usare temini moderni, di salire più in altro, ed avere un punto di vista diverso, più ampio. Lasciando il piccolo io per cercare di intuire il disegno più grande. A volte è molto difficile. A volte non si accetta che la vita comunque va avanti, e che ogni evento può essere una occasione di crescita. E’ un discorso lungo, e comunque è un viaggio. Buon serata caro Max.

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Allargare la prospettiva, per l’appunto. A volte non si accetta neanche il fatto che siamo insignificanti, oltre che di passaggio. Mi pare che fosse luporenna che scrisse un po’ di tempo fa che nel giro di un paio di generazioni, a meno che non facciamo cose che rimangono su qualche libro di storia, saremo dimenticati. Ecco siamo insignificanti nonostante siamo importanti, un concetto quasi quantistico. Ma ci ostiniamo pervicacemente a considerarci importanti soltanto.

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  4. masticone

    Non voglio innestare un dibattito complicato. Credo davvero che pensare positivo IN GENERE aiuta.
    La tua definizione però non è’ ciò che si intende per esso. Il tuo esempio (per come so le cose io ovviamente) e’ il classico esempio di errore da misunderstanding . Quello che citi non è’ pensiero positivo quanto un qualcosa di consolatorio che banalmente aiuta tutti. Pensare a ciò che è’ successo e che non sarebbe potuto succedere (tuo padre e tua madre) NON è’ (per me) pensiero positivo.
    Il pensiero positivo e’ ciò che allinea il tuo stato mentale ed emotivo con la realtà rendendola accettabile. E’ vedere che cosa c’è’ di positivo in QUEL che sta capitando.
    Tu lo gabbi (nel tuo esempio) parlando del passato. Se fossi stato davvero un fautore del pensiero positivo avresti dovuto dire altro . Che so, qualcosa che somiglia a dire cose come: pensa che adesso senza papà spenderai meno per il cibo oppure pensa che con papà malato lui sarà completamente nelle tue mani dipendendo da te mentre prima era indipendente .
    Posso continuare ovviamente ma basta questo per dire che queste cose rendono ridicolo come dicevo comportarsi a questo modo
    Io credo molto più nella consapevolezza.
    La consapevolezza di sapere che ci sono momenti in cui ridere e altri in cui piangere.
    Se sei incazzato come una bestia non devi forzarti di mettere un bel sorriso sul tuo volto per ricacciare la rabbia che bolle nel sangue
    Ma ovviamente e’ solo la mia opinione.

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    1. Punto e virgola G.

      Il pensare positivo non è neppure questo Masti, a mio parere. Quello è, invece, il guardare il lato positivo… che è differente.
      Nell’esempio di Max il pensare positivo della madre sarebbe: “è vero, ho perso mio marito… ma ho ancora figli e nipoti e forse bisnipoti cui dedicarmi. La mia vita non finisce qua; ne inizia una nuova, semmai”.
      Pensare positivo non significa non vedere il brutto o far finta di nulla… significa riconoscere che dolore e rabbia sono nulla al confronto di quello che la vita ti ha lasciato ed ancora ti può dare. Significa, semplicemente, non lasciarsi buttare giù dalle difficoltà e i problemi.

      Max, poi non so se oltre la presentazione di quello strambo tipo che è il Prez, sei andato a leggere anche la sua “filosofia”… ti lascio il link! http://www.secondotestomale.net/il-secondotestomalepensiero/

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      1. Wish aka Max Autore articolo

        Ecco, quella è la seconda parte. Una volta allargata la prospettiva, e capito che quel che conta non è la perdita ma quel che si è costruito, la logica conseguenza è proprio la nuova vita che inizia.

        E no non ho ancora approfondito nulla, ma mi riprometto di farlo.

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      2. masticone

        odio dover fare il sega. Poi con te in modo particolare. Ma temo che non puoi liquidare il tutto con “…Significa, semplicemente, non lasciarsi buttare giù dalle difficoltà e i problemi.”
        perchè non è così.
        Questa è la tua visione del pensiero positivo e ok. E’ la tua interpretazione.
        In realtà il pensiero positivo ha delle codifiche.
        Mi sembri come l’uomo che si dice cattolico, ma a modo suo. Insomma la Chiesa detta le regole e poi non puoi dire che sei cattolico se non segui le sue regole. Uno deve fondare un’altra chiesa nel caso.
        Florence Shill prima e poi Hay hanno dettato le regole del pensiero positivo e non si puo dire che invece è semplicemente un’altra cosa.
        L’obiettivo di base che si pone il pensiero è la riprogrammazione del subconscio. Che avviene attraverso tecniche particolari, come quella che citavo che a te sembrava una cosa banale (e lo è..).
        La mia affermazione di base è che esso talvolta porta le persone ad essere ridicoli, senza nemmeno accorgersene.
        Perchè se non hai discernimento e lo fai diventare una filosofia di vita (cioè lo applichi in maniera incondizionata) ti farà diventare una marionetta di te stesso.
        E questo si, è solo una mia opinione.

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        1. Punto e virgola G.

          Ma infatti ho esordito il tutto con “a mio parere”, proprio per specificare di star esponendo un mio pensiero personale. Quello che tu hai citato è il pensare positivo secondo Shill e Hay (se ho capito bene), ma non significa che sia la concezione e definizione assoluta del pensare positivo. È la loro visione.
          Ho sempre avuto difficoltà ad andare d’accordo con la filosofia 😉

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            1. Punto e virgola G.

              Ma perché? Non stiamo parlando di matematica o di fisica… Stiamo parlando di filosofia e quindi d’astrazione… Non esiste una definizione precisa o più vera del pensare positivo, no?
              Ripeto: pur piacendomi molto, ho sempre fatto a cazzotti con la filosofia!

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            2. masticone

              Come perchè.
              Scusa stiamo discutendo sul cosa è non è il pensiero positivo e se funziona o non funziona. E su questo ci si confronta.
              Uno non può dire che la Gnoseologia di Platone per lui è un’altra cosa.
              Puo criticarla farla, farla sua, farla sua parzialmente, rigettarla ma quella è.
              Non può dire. Per me è altro.
              Perchè altrimenti si parla di altro.

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            3. Punto e virgola G.

              Certo che si può, perché non sono argomenti certi e provati. Non è che il pensare positivo se lo sono inventati i nomi che hai citato; sarebbe come dire che il concetto di Libertà è quello espresso da Miller, e che se io ne do la mia interpretazione allora sto parlando di un’altra cosa.
              La filosofia è interpretazione (d’altronde della Gnoseologia ne ha discusso per primo Parmenide, poi Platone ha apportato alcune modifiche personali al pensiero, ed anche Kantmpoi ci ha messo del suo)… Non a caso quando si riporta un concetto si aggiunge sempre “secondo Tizio, secondo Caio”.

              Mi assumo la libertà di star facendo un pastrocchio!

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            4. masticone

              Provo a dirlo in modo migliore e senza offesa (spero) per nessuno.
              Allora.
              Hai ragione.
              Hai ragione nel senso che ogni cosa è modificabile e non esiste alcuna legge sulla roccia quando si parla di filosofia.
              Però dobbiamo intenderci se qua, in questo contesto, volevamo discutere di come ognuno di noi vede il pensiero positivo adattato alla propria esistenza o se esso in quanto tale e in quanto pratica super usata a livello mondiale può essere utile oppure no.
              Perchè se si tratta di dire cosa è esso per te o per qualsiasi altro che capita qua dentro ok.
              Anche io posso dire che per me il comune senso del pudore è una cosa diversa da quellla che tutti conoscono. Così solo per il gusto di dirlo o di pensarlo. Ma poichè sono nessuno e nessuno sa che esisto è una cosa di cui non frega una mazza.
              Parlo in prima persona per far capire che io sono dentro quanto te.

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    2. Wish aka Max Autore articolo

      No no, masticone, non credo sia per nulla banale. Allargare la prospettiva e superare un problema puntuale non è una cosa banale. Mia madre non è esattamente Einstein, sia detto a sua discolpa, ma ancora si dibatte nella disperazione, e son passati cinque anni. E si ostina a concentrarsi sull’assenza, invece che sul resto.
      E sono d’accordo sul fatto che se sei incazzato non devi metterti una maschera. Ma non puoi avvelenarti l’esistenza persistendo nell’incazzatura su qualcosa che è ineludibile. Shit happens, dicono i nostri cugini di oltre oceano. Ed è una frase assai più profonda di come appare.

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      1. masticone

        I problemi di tua madre li conosci te meglio di me e lungi da me dal dire cosa sarebbe giusto e cosa no,
        Mi limito solo a dire che nella fattispecie, ancorarsi al passato per poter andare avanti (cioè ripensare a ciò che è stato e non a quello che è o che sarà) NON E’ pensiero positivo. E’ un’altra cosa. Forse pure migliore non so dirti. Ma un’altra cosa.
        Il pensiero positivo prevede la recita di alcuni “mantra” che a me fanno quanto meno sorridere. Cioè frasi che contengono in sé le caratteristiche mentali, fisiche e spirituali che l’individuo desidera possedere oppure gli eventi che desidera che accadano. Alcuni le cantano. Ci sono gruppi che si riuniscono e le pronunciano ad alta voce perchè credono che questa costante ripetizione si attui una lenta riprogrammazione della mente subconscia.[
        E questo a me fa ridere.
        O meglio. Puo funzionare. Una volta. Due. Cento. Mille
        NON SEMPRE E COMUNQUE
        Essere consapevoli significa invece fregarsene dei risultati e padroneggiare istantaneamente il proprio presente sulla base della dimestichezza che si ha con il proprio inconscio e della preparazione accumulata nel passato
        In altre parole, per me, la legge dell’imprevedibilità (shit can happens) e dell’incertezza della vita reale, va affrontata con Cautela e Consapevolezza e non (solo) con un ingenuo pensiero positivo.

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        1. Wish aka Max Autore articolo

          Provo a spiegarmi meglio. Io non intendo “ancorarsi al passato” e rimanere lì. Intendo “siccome c’è un passato, e sono grata del fatto di averlo vissuto, su quella base costruisco il futuro”.
          Sulla discussione filosofica invece non entro, però mi è piaciuto il discorso del cattolico. E a quel proposito voglio continuare nella metafora, per darti la mia opinione, e una ulteriore spiegazione di quel “secondo me”. Io quei due signori, Shill e Hay, non li ho mai sentiti nominare. E sono arrivato al pensiero positivo, inteso come concetto, per tutte altre strade. Se parliamo di cattolicesimo (e viene bene la metafora perché la penso proprio così) io ti dico che la mia opinione è che non ho bisogno di un intermediario per parlare con l’Essere Supremo. Non sono sicuro che ci sia, un Essere Supremo, ma sono sicuro che se c’è accetterà la mia interazione diretta senza alcun intermediario, e non mi riterrà indegno per questo. E come per il cattolicesimo, Shill e Hay possono aver detto quel che credono, e magari aver messo anche un Trademark su “positive thinking”, ma a me preme cercare di applicare quei principii che tentavo di spiegare nel post. Credo di aver capito, peraltro, che questi due abbiano a che fare con la PNL, che probabilmente funziona anche, ma a me fa tanto impressione… E quindi, come per la chiesa cattolica, io mi dissocio da questi due, e interpreto il pensiero positivo a mio uso e consumo. Peraltro il senso della premessa sul “secondo me” era proprio questo… 😉

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          1. masticone

            per carità, tuo assoluto diritto.
            E in effetti il post l’avevi titolato proprio a questo modo.
            E va bene,
            Come andrebbe bene anche se io intitolassi “Il Corano secondo Masticone” in cui dicessi che Maometto ha detto di non mangiare il maiale ma che io poichè questa cosa mi fa impressione e la rosticciana me gusta mucho penso che Dio non mi riterrà indegno se ogni tanto me la sbafo alla faccia del profeta.
            Insomma Max, va bene tutto e il contrario di tutto, è solo che (e sono certo che tu lo capisca) pensavo stessimo parlando d’altro.
            Colpa mia.
            Sorry

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            1. Wish aka Max Autore articolo

              Beh potremmo dire che il Corano è una delle principali religioni monoteiste e che conta milioni di seguaci, Shill e Hay non so quanti ne mettano insieme, butto lì qualche decina di migliaia? Ha più tifosi la Roma, e pertanto non mi sento di attribuire un Copyright così forte come quello del Corano. E anche qui, non è tanto il Corano in sé e per sé, potremmo parlare di “Maometto secondo Wish”, un po’ come il cattolicesimo che si diceva. Altro è la divinità altro è la religione, in questo caso altro è il principio, altro è la sua declinazione specifica effettuata da qualcuno.

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            2. masticone

              ecco su sta cosa mi permetto di dissentire.
              Stiamo parlando di una cosa che ha milioni di adepti in tutto il mondo, certamente non a livello di una religione come l’Islam sia chiaro, ma che comunque è in forte ascesa e che ha dato vita a spin-off importanti come la PNL come giustamente hai benissimo ricordato te (che tra l’altro è una cosa ganza e che dovresti studiare perchè aiuta davvero anche se poi è usata per lo più per manipolare le persone)
              Non stiamo parlando di una cosuccia così ecco, questo volevo dire
              tutto qua

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            3. Wish aka Max Autore articolo

              Sì ma credo che stiamo parlando di due cose differenti. Nel senso che, se capisco bene avendo cercato qua e là, questa Louise Hay è l’autrice di molti libri sul “New Thought”, corrente di pensiero con interessanti caratteristiche di numerosità, ancorché non comparabili con alcuna religione, si parla (fonte wikipedia) di circa 2.5 milioni di persone raggiunte dalle pubblicazioni periodiche. Moltiplicando per 10, includendo quindi anche i simpatizzanti, arriviamo a 25 milioni, che insomma rispetto a cattolici o musulmani fa abbastanza sorridere. E i principi fondanti del New Thought sono abbastanza più radicali e dogmatici di quando stavo cercando di dire. E per l’appunto essendo dogmatici già mi stanno sugli zebedei, un pochino. Il senso del post era semplicemente di riportare un’esperienza, forse ho usato un wording non corretto, ma insomma il punto è che in qualunque situazione c’è del buono, anche nelle più tragiche. Cercare, e trovare, questo buono, aiuta a campare meglio. Poi, sul come effettuare la ricerca, possiamo parlarne sino a domattina e ancora non basta, nel senso che uno può usare la PNL se gli aggrada, uno la religione, uno l’ateismo, uno la filosofia orientale. Per quel che mi riguarda qualunque mezzo è lecito, purché non danneggi altri.

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            4. masticone

              certo
              però se tu tiri fuori la cosa del pensiero positivo è di questo che stiamo parlando. Che ti piaccia o meno. Tu parli di pensiero positivo perchè in qualche maniera qualcuno di quelli contaminati con esso pochi o tanti che siano, te lo ha fatto sapere. E quello è. E ne parlano milioni di persone. 25 come dici te sono quelli che lo praticano, ma ne parla cani e porci. Anche chi lo confonde con altre cose come vedi.
              Ora tu dici.
              No. Per me è diverso. Il pensiero positivo per me è una cosa diversa.
              Certo.
              Ok
              E’ diverso. Per te è diverso. Va bene.
              Ma allora chiamalo pensiero di stocazzo o come credi ma non pensiero positivo. Eddai su.
              Capisco che paragonare i due bischeri del “Pensiero nuovo” con la religione è esagerato ma non era il paragone che mi interessava quanto la logica.
              Ho come la sensazione che tu ( e temo tutti gli altri che sono qua dentro..) ti sia fatta una concezione tutta tua di questa cosa partendo da qualcosa che hai letto o sentito dire o addirittura studiato.
              E va bene, ti ripeto.
              Va bene qualsiasi cosa come dici te purchè non danneggi altri.
              Però, nella mia stoltezza credevo tu incarnassi il pensiero positivo ufficiale (che come vedi non condivido del tutto) e non volessi fare la raccolta de “a me è capitato questo o io penso quest’altro…”
              tutto qua
              Perchè se sul blog, tuo, mio o di qualsiasi altro, uno scrivesse, “Che cosa è per te la religione cattolica (e torno qua per facilità di comprensione) avremmo una marea di persone che direbbero una cosa diversa che però non è la religione cattolica. O se non ti piace la religione (avevi detto che ti piaceva prima per questo l’ho riproposta) scegli ciò che ti piace di più.
              Ti ricordo che tutto è partito dal fatto che io avevo espresso proprio dubbi sul pensiero stesso.
              un abbraccio
              detto questo, prometto di smettere di rompere e di fare il sega.
              Giurin giurello

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  5. Bloom2489

    Sulla questione del pensiero positivo spesso ci perdo la testa e mi fa sempre piacere scambiare idee a riguardo… Sono d’accordo sul fatto che il pensiero positivo ad oltranza non ha molto senso, è un po’ come camminare con i paraocchi con il rischio di finire molto più presto nel burrone. La disperazione, la tristezza non sono inevitabili, però non sono nemmeno fini a se stesse… La positività è rendersi conto proprio di ciò e riuscire a star bene, sapere che si può tornare a sorridere, godendosi ciò che di nuovo e bello si ha intorno. Il tuo “secondo me” mi piace molto, e anche come scrivi!

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Grazie mille dei complimenti, che sono sempre molto graditi. Sul fatto che la sofferenza non sia fine a se stessa non so, è una di quelle cose sulle quali ho veramente dubbi. Credo che nulla sia per caso, ma allo stesso tempo non penso ad un fato o destino predeterminato, e in quest’ottica faccio fatica a pensare che la sofferenza non sia fine a se stessa. E d’altra parte però è vero che si cresce solo nella difficoltà e nella sofferenza. Poche idee, ma ben confuse… 😀

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      1. Bloom2489

        Eheh! Ecco la risposta l’hai data un po’ tu dicendo che si cresce… Non volevo mettere in mezzo il fato, non ci credo nemmeno io, per fine a se stessa intendo senza via d’uscita, come un qualcosa che raggiunto il suo status rimane così e non da’ spazio ad altro…

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  6. 黒子 くろこ kuroko

    mi divertono questi post, quando li leggo in ritardo ci sono già scambi di battute interessanti tra i commenti, pronte per essere lette.
    (mi saltava all’occhio il libero arbitrio. ma così eh, per caso. e allora poi un giorno forse ne parliamo, viva le interlocuzione e l’incomprensibilità. ché il pensiero positivo, lo salto stanotte. o non dormo più 🙂 )

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  7. ohmarydarlingblog

    Esiste davvero una tecnica per pensare positivo? Credo sia una forma di predisposizione d’animo nel saper cogliere il lato positivo dello cose. Molto banalmente, credo ci siamo semplicemente persone positive e persone negative. anche se è un fatto di proporzioni, tutti noi abbiamo luci ed ombre. Ma forse il discorso vero è quello di saper superare le cose, andare avanti malgrado tutto, nel trovare ragioni in altre ragioni. Mi spiego, secondo me tua madre supererebbe la cosa se si innamorasse di nuovo. Tu pure, se avessi un uomo adulto da abbracciare e col quale confrontarti sarebbe meglio. Per me questo è il vero pensiero positivo, il tuo vissuto, che non cambi, che puoi reinterpretare fino a un cero punto ma quello è, è quello che ti ha formato, in alcuni casi sostenuto, in altri abbattuto, e la capacità di essere aperti a nuove strade. Infinite strade. Nel pensiero positivo non è la testa che devi aprire, ma il cuore.

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      In parte sono d’accordo, la predisposizione aiuta. Debbo dire che aiuta anche la fortuna, vivere una vita serena è moltissimo. Vero è che la serenità bisogna anche saperla vedere. Se poi si sceglie di chiudersi e di non vedere, allora non c’è niente che si possa fare.
      E quindi credo che innanzitutto sia necessario voler cercare, voler cambiare, voler ascoltare. Se si vuole, si può provare. Se non si vuole, nessuno può convincerti.

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  8. solounoscoglio

    propongo il mio modesto punto di vista: ogni problema ha una soluzione. la disperazione ti nega la lucidità per applicarti al fine di giungere alla soluzione. ecco un buon motivo per evitare la disperazione, non porta ad alcun risultato, paralizza e basta. se poi ti va di ridere, se ci riesci, fallo pure.

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Mi permetto di aggiungere che cercare una soluzione è intrinsecamente un modo per allargare la prospettiva e cercare le cose buone. Le cose buone che sono parte della situazione, e che (secondo me ;)) esistono sempre.

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      1. solounoscoglio

        il vero impegno? saper accettare la soluzione che non sempre è quella più vantaggiosa per noi. infine secondo me è positivo solo chi sa accettare, e magari perdonare…

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        1. Wish aka Max Autore articolo

          Ah, il perdono! Sapessi che can of worms hai scoperchiato! 😀
          Personalmente non ho nulla contro il perdono, e anzi penso sia un gesto nobile. Mi infastidisce però che la cultura cattolica ci abbia costruito sopra un Everest di ipocrisia. Il concetto di pentirsi ed essere perdonati è un concetto che può essere stiracchiato a dismisura, e dietro il quale sono state perpetrate, e ancora si perpetrano, enormi nefandezze. Non che le nefandezze non avverrebbero in ogni caso, capiamoci. Ma almeno toglieremmo una copertura…
          Detto tutto ciò, è vero. La soluzione che non è la più vantaggiosa è difficile da digerire.

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  9. tittisissa

    Mi riconosco nel pensiero positivo. Ma qui ho letto con passione le opinioni di tanti. Forse il pensiero positivo è soggettivo e non corrisponde a tutti allo stesso modo.
    Io per esempio, guardo al prossimo (quando per prossimo intendo cose, persone, animali e avvenimenti) con estrema fiducia, salvo poi i casi in cui debbo ahimè ricredermi su tutta la linea.
    Non so, ma forse Masticone ci ha preso di più 🙂

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Masticone è un grande, come sempre… 🙂 Ed è sempre un piacere confrontarsi con lui.
      La fiducia nel prossimo non è necessariamente parte di quello che io intendo come pensiero positivo, e l’importante è che non sia una cambiale in bianco; quel che cerco di fare io è di essere fiducioso sino a prova del contrario. Se non ho motivo di credere che tu mi voglia danneggiare, partirò dal presupposto che tu non mi danneggi. Ma (e qui il discorso della cambiale in bianco) le mie cautele saranno comunque quelle del buon senso, per cui se mi danneggerai, e cambierò idea su di te, non ci rimarrò troppo male.

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  10. ludmillarte

    chiedo scusa ma non ho letto tutti i commenti comunque, relativamente a quanto hai scritto nel post, la penso esattamente come te ! ed anch’io non posso fare a meno di precedere quanto esprimo con un “secondo me”. Riguardo al viaggio, riporto una citazione che mi piace, di Kostandinos Kavafis (da “Itaca”):
    “Quando partirai, diretto a Itaca, che il tuo viaggio sia lungo, ricco di avventure e di conoscenza. Non temere i Lestrigoni ed i Ciclopi nè il furioso Poseidone; durante il cammino non li incontrerai se il pensiero sarà elevato, se l’emozione non abbandonerà mai il tuo corpo e il tuo spirito. Essi non saranno sul tuo cammino se non li porterai con te nell’anima, se la tua anima non li porrà davanti ai tuoi passi. … (durante il tuo viaggio) non perdere di vista Itaca, poichè giungervi è il tuo destino. Ma non affrettare i tuoi passi; è meglio che il viaggio duri molti anni e la tua nave getti l’ancora sull’isola quando ti sarai arricchito di ciò che hai conosciuto nel cammino. Non aspettarti che Itaca ti dia altre ricchezze, Itaca ti ha già dato un bel viaggio; senza Itaca tu non saresti mai partito. Essa ti ha già dato tutto e null’altro può darti. Se, infine, troverai che Itaca è povera, non pensare che ti abbia ingannato. Perchè sei divenuto saggio, hai vissuto una vita intensa, e questo è il significato di Itaca”.

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Mo’ ci manca pure che ti scusi per non aver letto i commenti… 😀
      Grazie, sai. Grazie tantissimo. Perché questo pezzo che mi hai regalato è bellissimo. E incarna perfettamente quello che cerco sempre maldestramente di esprimere, riguardo al viaggio rispetto alla meta. E anche bellissima la parte riguardante i mostri. Mi piace molto l’idea di avere lo spirito “elevato” per esorcizzarli, anzi per annullarli totalmente. E quindi, di nuovo grazie.

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      1. ludmillarte

        mi fa piacere che ti sia piaciuto (anche se non ne ho trascritto un pezzetto per non dilungarmi troppo). credo che la presa di coscienza sia un momento decisivo per poi elevarsi sempre più e, se lo posso dire, mi sembra che tu abbia imboccato un’ottima strada. ecco, ormai l’ho detto!

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      1. elinepal

        guarda mi sembrava si stiano facendo questioni di lana caprina (in realtà direi seghe mentali ma non è stato preso bene). Non sono assolutamente in grado di entrare in discussioni filosofiche perchè sono una povera ragioniera prestata al teatro. Ma, avendo praticato il buddismo da una quindicina di anni, posso asserire che il pensiero positivo come filosofia proclamato da Shinn e Hay è una rielaborazione di una piccola parte della filosofia buddista che insegna come guidare la mente piuttosto che esserne guidati. La ripetizione ad alta voce di frasi o pensieri, un tantino sbeffeggiata dal Masti, è l’antica pratica della recitazione di un mantra. Pratica antica ma ancora molto usata, con evidenti influssi benefici sulla possibilità, per esempio, di autoguarigione. Non vorrei però entrare in campi new age. per quello che mi riguarda la pratica buddista mi ha dato la possibilità di aggiungere punti di vista nuovi alla mia scarsa capacità analitica delle vicende della vita. Mi ha permesso peraltro di avere coscienza di situazioni positive anche in momenti che oggettivamente sarebbero sembrati negativi al mondo. Certamente fare degli esempi sarebbe utile, ma è il tuo blog e sono stata già molto invadente.

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        1. Wish aka Max Autore articolo

          Eli tu sei la benvenuta anche a fare conferenze, in questa disadorna piazzetta, e se mi permetti vorrei invitarti a scrivere un post, che sarò lieto di ospitare, sul buddismo, che prenda le mosse da questa discussione e illustri nel dettaglio quello che stai accennando qui. Che ne pensi?

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  11. sguardiepercorsi

    Dibattito interessante… Hai toccato un tema davvero complesso. Personalmente sono piuttosto allergica al pensiero positivo doc. (quello a cui Masticone si riferisce), non fa per me. Fa per me il viaggio che cerca di tenere insieme tutti i lati, che non nasconde la disperazione, che l’attraversa, e che poi magari riesce anche ad aprirsi alla speranza e alla fiducia…
    Quando sono veramente triste, scoraggiata, sconsolata, se qualcuno mi invita a guardare le cose belle che ho intorno, mi viene da rispondere male. Ho bisogno di dar sfogo allo sconforto, di dare spazio a quei vissuti. Ho bisogno che qualcuno mi ascolti davvero e mi faccia sentire capita. Poi si apre lo spazio per sguardi più costruttivi.
    Io lavoro in ospedale, e ti assicuro che quando le persone sono in mezzo al dolore, hanno bisogno di tempo per digerire ed elaborare quel dolore, prima di poter cominciare a cambiare un pochino lo sguardo. È un percorso, un viaggio. Quando ho iniziato a lavorare in ospedale, di fronte a certi dolori cercavo qualcosa di intelligente da dire, qualcosa di positivo, ma mi sono resa conto presto che non era quella la strada. Non funzionava. Se non per chi era già su quella strada, per chi aveva già quelle risorse dentro di sé.
    Credo che sia una questione di tempi: una visione troppo positiva, in un tempo non maturo, non funziona. Si devono attraversare tutte le stagioni dell’anno. Poi, certo, se ci si ferma troppo a lungo in una stagione, qualunque sia, non si sta bene.
    Credo che la salute psicologica stia nel fluire, e nel tenere insieme il più possibile la complessità. Il bicchiere non è né mezzo vuoto né mezzo pieno. È contemporaneamente mezzo vuoto e mezzo pieno. Luci e ombre insieme, positivo e negativo.
    Scusa… Mi sono un po’ dilungata… Ma la questione è davvero molto ricca…

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