Voragine

Più o meno un anno fa avevo scritto un post dove si parlava di malinconia. Era gennaio. E inizio a pensare che io abbia qualche problema con questo mese, perché oggi è stata un’altra di quelle giornate.

Non è il buco, né un prodromo all’entrata nel buco, perché non c’è ansia, che del buco è un classico. E però questa sensazione è quasi peggio, perché è molto, molto più intensa.

E’ un baratro. Una voragine nera e scura che inghiotte tutto. Un gorgo di tristezza inconsolabile, senza alcuna reale ragione, senza una causa scatenante, senza un vero perché. Mi sento travolto, completamente annientato e schiacciato da mura che mi si richiudono addosso.

Dico spesso che è necessario concentrarsi sul presente, e viverlo per quel che è. Ecco, questa onda di tristezza è come se cancellasse il presente, e oscurasse completamente il futuro, per lasciare solo spazio al passato, ma solo a quella parte di passato che contiene i rimpianti e i brutti ricordi.

Stamattina andava quasi bene, sono anche andato ad allenarmi, e nonostante un po’ di dolore al muscolo infiammato, sembrava una buona giornata. Poi la tristezza è iniziata a montare, il baratro si è aperto, e ho iniziato a sprofondare, sprofondare, sempre più giù.

Ora la voragine si è richiusa, pare. E speriamo che tale resti.

64 pensieri su “Voragine

          1. intesomale

            lo so, una cosa so fare, lasciatemela fare… non mi assumi come autore dei tuoi dialoghi? Ti scrivo le battute per la giornata, tanto a quanto pare il lavoro del ghostwriter è già nel mio futuro

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      1. Elisabetta Lelli

        La perfezione è prerogativa di nessuno, lo sappiamo, Max.
        Ho scritto “ecco, ora sei perfetto”, perché qui denudi qualcosa che non ride, che non schermisce, che non graffia. Denudi la cosa che è difficile da dire e che si teme, quel “gorgo di tristezza inconsolabile, […] senza un vero perché.”.
        So che non sei “perfetto”, Max. Però la (tua) voragine ti rende “imperfettamente perfetto”, nel senso di completo.
        Poco sopporto e poco mi fido di quelli che stanno sempre bene. E i sempre allegri, per me, sono (perfettamente) sfigati.

        E.

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            1. Elisabetta Lelli

              Max, credo sia il caso che io non commenti. Sono talmente infognata nello scazzo che rischio di non farmi comprendere o di scrivere minchionate.
              Ah: oggi è il compleanno di mia madre.. che è morta.
              Ah 2: avrei voluto portare un fiore sulla sua tomba, poi mi sono resa conto che stavo per dire “Buon Compleanno!” a una lapide e ho rotto il fiore in qualche decina di pezzi.
              Capirai…

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  1. josephine

    Oh, Max…e non vale ad attenuarla che, per tanti altri, lo stesso buco si apra ogni giorno, esattamente come per te…leggendo te, mi torna alla mente qualcuno, dalla cui viva voce ho sentito l’esperienza; regista di successo, afflitto dalla stessa inspiegabile tristezza ed inquietudine, un giorno molla tutto…da allora -sono passati vent’anni!- è membro delle ronde della carità e della solidarietà:: nessuno resti inerte, ognuno faccia la sua parte! Questo, il diktat; quella voragine si è definitivamente chiusa…e, soprattutto, sembrava davvero felice…
    ..

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      1. josephine

        Dissento, Solounoscoglio, dissento…ero adolescente la prima volta che l’ho pensato anch’io; da allora, molti lustri sono trascorsi, ma non è passato…qualche volta, però, quella condizione è assorto al rango di “privilegio” , quantunque non sappia spiegarne il perché… (Aristotele: La melanconia dell’uomo di genio)…

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Ah cara mia… se lo sapessi sarebbe facile… sono anni che mi guardo dentro, credimi. Non si finisce mai di cercare, non si finisce mai di imparare, ahimé. E grazie del sorriso, aiuta sempre 🙂

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  2. Bia

    Uhm… pare che questa voragine sia molto più diffusa di quanto tu possa immaginare. Conosco parecchie persone (me compresa) che all’inizio dell’anno si ritrovano a fronteggiare questo buco nero di ansia e angoscia.
    Io la cura non l’ho ancora trovata.
    Però quest’anno, per la prima volta dopo tanti, non ho subito la voragine. L’ho vista, era lì ad aspettarmi, però mi sono voltata e sono andata via.
    Ti auguro di trovare prima possibile, il tuo personale modo per allontanarti dal buco nero… è una cosa che è possibile, ma la strada è impossibile da indicare: solo scavando dentro sè stessi c’è una possibilità di farcela.
    Quindi… armati di vanga e badile, hai 362 giorni ancora a disposizione per scavare a fondo!
    Buon anno 🙂

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Eheheheheheheh so che è diffusa, e sono già svariati anni che scavo, solo che non si finisce mai di imparare e ogni tanto esce qualcosa di nuovo… questa per me è una nuova variante di una sindrome ben nota, quella del buco, che è meno virulenta ma più durevole. Potremmo parlare per ore delle reciproche nevrosi, sembra… 😉 e come ben sai, e come ben so, la soluzione è sempre lì. Nascosta dentro, da qualche parte, coperta di melma maleodorante (e dico melma…) da rimuovere a mani nude soffocando i conati.

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      1. Bia

        A me ha aiutato risalire alla “prima volta”. Riconoscerla (che non è semplice), capire cosa era accaduto di diverso o nuovo in quel periodo, realizzare causa ed effetto. Mica cotiche, insomma!
        È comunque, se proprio dobbiamo parlare di argomenti comuni, non possiamo parlare dell’amore per la moto? 🙂

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        1. Wish aka Max Autore articolo

          Eh sì. Tra poco inizia la nuova stagione, e quest’anno voglio mettermi di punta e andare almeno una-due volte, l’anno scorso alla fine è andata buca su tutta la linea, l’unica volta che ho organizzato per Vallelunga ho buttato via i denari, unica giornata di pioggia in una sfilza di solesolesole…
          (ma solo per curiosità, a quando risaliva, la “prima volta”? E come hai fatto a tornare indietro?)

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          1. Bia

            La mia “prima volta” è stata in un momento decisamente particolare della mia vita, pertanto è stato anche semplice ritrovarla… sarà che le mie crisi me le ricordo tutte una ad una… pertanto sono andata a ritroso fino alla prima… ci ho messo parecchio però, prima di trovarla. Pensa che l’ho individuata (nel senso, che ho capito che era la prima di una lunga serie) 10 anni dopo averla avuta. Il che significa, che ci ho impiegato 10 anni per capire che queste crisi non erano “casuali”!

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Che bella immagine. Ma tu scrivi sempre cose belle, non è una novità… E sì, è sicuramente un torcicollo del cuore, anche se la causa non è il voltarsi indietro. Ma con un po’ di pazienza è passato. 🙂

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  3. liberadidire79

    Questi buchi li conosco bene…l’altro giorno tu hai aiutato me, dimmi cosa potrei fare io per te?
    Intanto ti abbraccio, fortemente e caldamente

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  4. Pingback: La perfezione | Serbatoio di pensieri occasionali

      1. laura

        non mollare max! a volte l’esistenza della voragine per quanto odiosa ci ricorda l’esistenza della non voragine…(tuttavia teniamola chiusa!!!)
        (ecco, sono tornata da poco e già sconnetto!!!)

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          1. laura

            uau!!! ora ho in me due sentimenti contrastanti (ma che caso!)
            1) sono felice per la condivisione e l’empatia
            2) sono preoccupata per la condivisione e l’empatia
            😛
            P.S. quando vuoi prendiamo un caffè nella mia voragine, l’ho anche arredata 😀

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  5. dorotea

    Il più delle volte bisogna parlarci con le voragini. Un certo Friedrich Nietzsche sostiene una cosa che è diventata un po’ inflazionata, ma che a leggerla con attenzione dice un sacco di cose importanti: ” Quando guardi a lungo nell’abisso, l’abisso ti guarda dentro.”
    Nel senso che poi si tratta di capire le proprie meccaniche interiori, quelle che causano sempre l’abisso immotivato, e di iniziare a fronteggiarle, spezzando il solito giro.

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Sì. Diciamo che nel mio caso questa è un’espressione differente rispetto all’abisso con il quale sono “abituato” a confrontarmi. Ho parlato altrove di quel che io chiamo “il buco”, fedele compagno di viaggio. Questa è una novità recente, diciamo… 🙂 Ma imparo presto, oltre che sperare che non si ripeta così frequentemente, vista la poca piacevolezza dell’esperienza! 😉

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  6. lapoetessarossa

    Quello che mi spaventa delle voragine è il fondo. Il fondo da grattare. Che è un po’ l’inizio della fine. E’ la perdita del dinamismo di tutto il sistema che aveva inghiottito.
    L’energia si è esaurita e lo sprofondare ha raggiunto il suo scopo.
    Ma bisogna arrivarci in fondo. E si può imparare a fregarla quella forza di gravità che odora di cripta ammuffita. (ehm…non ho ancora capito come…ma ci sto lavorando, come si dice)
    La voragine a volte appare travestita da poetica malinconia, ma ben poco fascinosa. Eppure eccoci dentro non si sa come.
    La vita pretende che talvolta ci si alleni alla tristezza e ci presenta la sua collezione di voragini, dallo scazzo medio al maelstrom dell’angoscia.
    Non ci piace ma ci tocca. Quando se ne esce, e si impara a farlo (si deve imparare a farlo), ci si ritrova come guerrieri dopo la battaglia e a seconda del carattere, c’è chi conta le cicatrici, chi le cura, chi se ne vanta, chi se le dimentica. Tutti sani e salvi però.

    Il fondo grattato, perché ci si prova a grattarlo, non ha né sapore né odore né colore né forma. E’ solo terra di nessuno e di niente. Brutta il cosa il nulla.
    Vale la pena riguardare La Storia Infinita. 🙂

    Buon anno nuovo!

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Come ho già detto a qualcun altro, la voragine per me è qualcosa di diverso da quel che mi pare di intendere dal tuo messaggio. Quel che descrivi io lo chiamo il buco, e ne ho parlato brevemente lì a quel link, e anche altrove, basta che fai una ricerca per “buco”. E quel che dici si attaglia perfettamente al buco, e al modo di uscirne.
      Quel che cercavo di rappresentare con la voragine è un “buco” differente, qualcosa con cui non ero abituato a confrontarmi. Una cosa caratterizzata da una subitaneità, e al tempo stesso da un’intensità, con la quale non sono esattamente uso a confrontarmi. Il buco è qualcosa di progressivo, che mi chiama, mi invita, mi seduce, in modo lento e progressivo. Sino al momento in cui sono lì. Che, se capisco bene quel che intendi, corrisponde al fondo della voragine. Quel che tu definisci come scavare è per me la meditazione dentro il buco, la consapevolezza di esserci, e il realizzare che non è giusto rimanerci. In questo caso è come se tutto fosse accelerato alla massima velocità, per questo utilizzavo la voragine, per contrasto col buco. Qualcosa che ti si apre sotto i piedi all’improvviso, e nella quale precipiti. Sei già sul fondo non appena si è aperta, per capirsi. E non hai modo di capire, di adattarti, di riflettere, di meditare. Sei totalmente impotente per colpa dell’intensità estrema. Un livello di tristezza enorme. Il cuore trafitto e tritato e tagliato in mille e mille pezzettini. Una morsa feroce che non si allenta neanche scalciando con tutte le forze.
      E poi, così come si è aperta sotto i piedi, la voragine ti espelle e si richiude.
      Misteri dell’inconscio.
      E buon anno nuovo a te! 🙂

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      1. lapoetessarossa

        Decisamente la tua voragine non è il buco.
        Ho “studiato” 🙂 un po’ e ora la differenza è assolutamente chiara.
        La natura e la terra sono un serbatoio (posso dirlo?) di metafore incredibile.
        Per un po’ di tempo ho abusato di un personalissimo concetto di sisma, muoversi di faglie, tettonica a zolle, come l’unico modo che riusciva a spiegare, anzi meglio dire, a giustificare, un certo sentire la vita.
        Se fossi stata più attenta avrei potuto intendere il senso della tua voragine. Nella mia tettonica si son sempre e solo generate crepe, spaccature, strette da non passarci, strozzanti; magma in risalita; montagne. Mi manca l’improvviso della divor-azione.

        E, a dire il vero, visto l’effetto che fa, son felice di averla scampata. Per ora.

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        1. Wish aka Max Autore articolo

          Ma no, cosa c’entra l’attenzione… 🙂 Hai ragionissima sul fatto che siamo pieni di metafore, in natura. E ognuno usa quelle che ritiene più vicine a sé, o semplicemente le prime che vengono in mente, che è meno poetico, più banale ma anche probabilmente più vero 😉
          Sì sono sensazioni non belle, meglio non provarle potendo evitare. O avendo la fortuna di essere stati risparmiati. Sinora. 🙂

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  7. vetrocolato

    Che a sentir parlare di voragini, la mia tristezza ti ha intuito.
    Spero bene che la tua voragine si sia richiusa da quando hai postato questo pezzo.
    Mi ci sento comunque affine stasera.
    Un orrido scuro e freddo.
    Brutto posto, lanciami una corda.

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