Non è difficile, basta volerlo

mazzetta_corruzione-300x233Qualche sera fa ho visto un “Otto e mezzo” in cui era ospite Piercamillo Davigo. Chi è sensibilmente più giovane di me, non ricorderà il ’92, e che le (cito da Wikipedia) “inchieste furono inizialmente condotte da un pool della Procura della Repubblica di Milano (formato dai magistrati Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo, Francesco Greco, Gherardo Colombo, Tiziana Parenti, Ilda Boccassini e guidato dal procuratore capo Francesco Saverio Borrelli e dal suo vice Gerardo D’Ambrosio)”. In quel periodo si parlò molto di corruzione. E si diede l’illusione al Paese che la corruzione sarebbe magicamente scomparsa, grazie alle inchieste, grazie alla “pulizia” effettuata a livello politico, grazie alla “nuova” classe dirigente che si apprestava a guidare quella che di lì a poco sarebbe stata infelicemente battezzata come “Seconda Repubblica”.

Consentitemi una parentesi, non capisco mai perché abbiamo sempre bisogno di ricorrere a metafore provenienti da culture differenti. La numerazione delle Repubbliche è di marca francese, e ha un suo perché che affonda le radici in eventi storici molto precisi e traumatici che hanno segnato il passaggio dall’una all’altra. Se il fatto di arrestare una banda di malfattori rappresenta un evento significativo, allora immagino di essere un inguaribile romantico. E tutto sommato son contento così.

Chiusa la parentesi, torniamo a casa nostra. La Seconda Repubblica non solo non ha visto attenuarsi il fenomeno della corruzione, ma anzi ne ha testimoniato una recrudescenza. Perché “si rischia di più” e quindi le “tariffe” diventano più alte. Le percentuali aumentano. E non cambia nulla. Ma non sto parlando di massimi sistemi. Sto parlando della micro-corruzione che riguarda impiegati che hanno la ventura di trovarsi in uffici pubblici che si relazionano con imprese private.

Ebbene, oggi, dopo più di vent’anni, ci accorgiamo che la corruzione non solo non è stata debellata (“Ooooooooooooooooooh”, diranno i miei 15 lettori, con uno sguardo pieno di sorpresa e meraviglia), ma è “più bella e più superba  che pria” (Bravo, Grazie!). Ebbene, tutto questo non è casuale, ma è semplicemente dovuto al fatto che “Dottò oggi è più pericoloso, me deve dà deppiù”.

E cosa ha detto il buon Davigo, a Otto e Mezzo? Ha detto che quando è stato in USA e si è confrontato con i suoi colleghi e con persone dell’FBI (vale appena la pena di ricordare che l’FBI è un’organizzazione FEDERALE, che ha competenze che vanno oltre quelle dei singoli stati), gli è stato detto “Ma voi cercate di combattere la corruzione con le inchieste?” E al timido sì di Davigo, dopo una risata, la risposta è stata “Beh qui da noi facciamo diversamente. Usiamo gli agenti sotto copertura”. In buona sostanza, siccome molti amministratori e gestori (giudici compresi) sono nominati tramite elezione, qualche tempo dopo l’elezione un agente sotto copertura va lì e offre dei soldi all’eletto. Ovviamente il tutto avviene in modo accorto, credibile, e non da sprovveduti.

Allora, a proposito di domande su come risolvere qualche problema. Ma perché non facciamo così? Non è difficile, no? Mandiamo un poliziotto in borghese da un politico / amministratore / funzionario pubblico e gli facciamo offrire dei soldi. E poi, se li accetta, lo mettiamo in gabbia e buttiamo la chiave. Sarei pronto a scommettere che dopo averne carcerati una dozzina la corruzione diminuirebbe.

Certo è che questo andrebbe fatto a tutti i livelli. Non bastano Camera e Senato, servono consigli Regionali, consigli Provinciali, Comunali, Circoscrizionali, funzionari di Uffici Tecnici, eccetera eccetera eccetera.

Sono ingenuo, lo so. Non succederà mai. Ma è bello pensare che si potrebbe fare.

63 pensieri su “Non è difficile, basta volerlo

  1. verbasequentur

    io mi ricordo benissimo l’esaltazione post mani pulite, avevo sedici anni, ma permeava ogni cosa. Ottimismo, soddisfazione, voglia di ripartire.

    Oggi, 22 anni dopo, ti rispondo che dai noi non lo fanno perché dovrebbero arrestare praticamente tutti. Proprio non vogliono, i mezzi ci sarebbero eccome.

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      1. Wish aka Max Autore articolo

        Sono parzialmente d’accordo, perché la “caduta” di B è stata vissuta in modo diverso, nel ’92 un’intera classe politica fu spazzata via. Fu emblematico l’interrogatorio di Forlani durante il processo Cusani, dove aveva letteralmente la schiuma alla bocca ed era in tale difficoltà che non riusciva ad articolare un discorso coerente. Una cosa che a distanza di 4 lustri e mezzo ancora ricordo distintamente.
        Concordo invece sul poveri noi 🙂

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Posso immaginare l’esaltazione a sedici anni, ma ti garantisco che ebbe un effetto generalizzato. Purtroppo quello che non fu capito (e che a me purtroppo fu immediatamente evidente per il lavoro che facevo all’epoca) è che la micro-corruzione, la corruttela generalizzata, quella non solo non fu minimamente scalfita, ma anzi, come detto nel post ebbe una recrudescenza, in poche parole aumentarono i prezzi. Perché era più rischioso. Ma come dicevo, il modo ci sarebbe. E se vogliamo dirla proprio tutta sino in fondo, basterebbe guardare gli stili di vita. Se sei un impiegato da 1.500 euro al mese, e lavori solo tu in famiglia, come hai comprato la villa al mare? Mica dico di fare i processi alle intenzioni, potresti anche avere avuto un lascito. Ma dimmi come l’hai comprata. Oppure, altro sistema è selezionare gli impiegati “sospetti” per tenore di vita, proprietà, o altri indicatori semplici, e A LORO mandare gli agenti sotto copertura. Ma che ne parliamo a fare… 🙂

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  2. simonascudeller

    Dire che condivido ogni parole è poco! Ricordo quegli anni anche se ero assai giovincella e purtroppo ho ben chiare le reazioni di ogni fazione politica.
    E la lotta che la politica fece a mani pulite era il chiaro segno che nulla sarebbe cambiato in meglio.
    Certo che tu sfrucugli con questi interventi, Mi risale in sangue al cervello 🙂

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Eh lo so, prometto che il prossimo post sarà sull’approccio sistemico allo studio della fisica, della vita, e alla dimostrazione che la spiritualità in realtà è fortemente e indissolubilmente legata al corpo. Così pensiamo ai massimi sistemi e ci distraiamo un po’ 🙂

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Ma sai che è la stessa cosa che ho pensato io? Pensando all’FBI ho immaginato chi avrebbe potuto farne le veci qui, e SISDE e SISMI sono quelli che mi son venuti in mente… E ho detto vabbè non lo scrivo, va. 😉

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  3. laura

    per dare una ventata di ottimismo a questo post, ti dirò che la corruzione è più radicata di quanto si pensi. Ciascuno di noi pone in essere dei comportamenti “corruttivi” senza neanche rendersene conto, basti pensare al “guardi glielo faccio per cortesia”… cosa che in realtà è inaccettabile, o è un dovere farlo oppure no… (mi riferisco in particolare ai dipendenti pubblici nello svolgimento del proprio lavoro) eppure quante volte si sente nella vita di ogni giorno?
    Senza fare disamine normative (penose e tedianti… ), dal 2012 in poi si sta cercando di attuare nella pubblica amministrazione (sulla falsariga di un modello scandinavo… mah) la cosiddetta “trasparenza”, che oggi va tanto di moda, anche come forma di contrasto alla corruzione… e un po’ serve. Anche se ovviamente i criminali restano criminali ed è necessario che non si creino sceriffi improvvisati, oltre che andrebbero applicati dei correttivi “sburocratizzanti”…ma forse… forse l’aria è un po’ cambiata… 🙂

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Sono d’accordo con te, l’aria sta cambiando nell’amministrazione pubblica. Ma certo è che la strada è ancora lunga. E mentre la pubblica amministrazione centrale si sforza, quella locale se ne fotte. E’ un po’ questo il problema che vedo io ora.

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        1. Wish aka Max Autore articolo

          Vero, le generalizzazioni sono sciocche. Diciamo però che esistono delle “sacche di resistenza” nelle PAL localizzate in tutti i gangli vitali dove girano soldi, in particolare licenze legate ai piani regolatori… In questo senso la strada è lunghissima.

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  4. ammennicolidipensiero

    no, non si potrebbe. ironicamente, perche’ saremmo cosi’ minchioni da condannare l’agente corruttore e non il corrotto 😀 seriamente perche’ – lo sai meglio di me – non si puo’ risolvere in problema usando lo stesso modello di pensiero che l’ha creato. un’azione simile non limiterebbe la corruzione, farebbe solo trovare – come accade negli US – altre strade per perseguire l’illegalita’. 😦

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Come detto mi piace pensare e baloccarmi anche con idee irrealizzabili. Ricordo ancora il video di Forlani interrogato da Di Pietro. Mi piacerebbe vederne altre, di performances similari. E soprattutto mi piacerebbe vedere qualcuno dietro le sbarre. Ma non per vendetta. Per semplice giustizia nei confronti di tutti quelli che lavorano seriamente.

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  5. diamanta

    Il tuo post sembra caduto ad hoc, ieri sera son stata testimone silente (da semplice cittadina) del consiglio comunale di dove vivo, ora se mi si abbassa un pò la nausea forse ci scrivo un paio di considerazioni

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  6. aliceoalmenocredo

    Oh Max, come hai ragione. E’ bello pensare che si potrebbe fare, è bello pensare che esistano soluzioni semplici ed efficaci… anche se sappiamo che non si avvereranno mai, lasciateci sognare. Perché se smettiamo anche di sognare che le cose possano accadere allora smettiamo di credere che si possa cambiare.

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  7. ili6

    1992? Strage di Capaci e di Via d’Amelio. Impossibile dimenticare il ’92. Ricordo ancora quel pomeriggio di maggio, guardavo la tv quando annunciarono un’edizione speciale del Tg. Ho ancora nelle orecchie il fiato corto di un cronista di una tv locale siciliana, una delle prime arrivata sull’autostrada e il cronista diceva piangendo:guardate, guardate la strada, hanno fatto saltare l’autostrada, guardate e non dimenticatelo mai.
    Quel giorno avvenne davvero qualcosa nei siciliani, nella stragrande maggioranza almeno, nei giovani soprattutto: una nuova consapevolezza.
    Cosa accadde dopo? Tutte le organizzazioni criminali cambiarono strategia e si arrivò a una mediazione. FU “permessa” (perchè?da chi? come?? ) la mediazione : basta stragi, basta bombe, invisibilità o visibilità discreta per allacciare, riprendere e consolidare i rapporti con il contesto sociale e con i settori delle istituzioni. Ovunque.

    basta, mi fermo . E’ doloroso ricordare e anche analizzare questi 24 anni dopo. Scusami, sono forse andata fuori tema, ma quel tuo incipit sul ’92….
    Qualsiasi cosa, qualunque formula, ogni travestimento, intercettazione, telecamera e via dicendo, in qualsiasi luogo e posto, la sottoscrivo a occhi chiusi. E ti aiuto a buttare la chiave.

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Il ’92 è un anno particolare. E ti ringrazio per aver ricordato Capaci. E quel che ne è conseguito successivamente.
      La chiave la nascondiamo insieme in un posto dove nessuno la possa più trovare.

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  8. flampur

    In questo paese non si vuole ottenere proprio nulla. Va troppo bene cosi. Non avrai chiavi da buttare, ne banditi da carcerare, ne evasione da recuperare, ne politici sognanti democrazie utopiche. Avrai, come me, solo sogni da raccontare. E siamo già più fortunati di migliaia d’altri.. 😉

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  9. nemo1968

    Caro Max, vedo che anche tu sei appassionato di fantascienza…
    sono anni che sostengo la necessità di rivedere i metodi di indagine, anche ultimo ma non ultimo il fattore dei costi, magari costa meno addestrare un agente sotto copertura che fare una indagine da milioni di euro che come abbiamo visto non ha risolto un beneamato cavolo? non lo so, a me però pare chiarissimo …

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Purtroppo la chiarezza da sola non basta. O meglio, la chiarezza deve essere accompagnata da qualcosa che è oramai diventata merce rara non soltanto nella politica, ma anche nella vita quotidiana, sia essa professionale o privata: quel qualcosa che si chiama “onestà intellettuale”. Ce n’è una penuria tale che viene il magone solo a pensarci.

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  10. TADS

    non conosco bene certi cavilli ma credo che la cosa non sia fattibile, rientrerebbe nella istigazione a delinquere, come ha detto qualcuno sopra, il corruttore sotto copertura non è garantito dalle leggi vigenti, tutt’altro. Comunque se tu mi dai dei soldi e io non delibero niente a tuo favore il reato non sussiste.

    Sempre che il corruttore sotto copertura non se ne scappi con la busta piena di soldi 😀
    sai, siamo in Italia

    ci sono situazioni veramente alla Totò e Peppino, tu corrompi un funzionario, gli dai tanti soldi liquidi e anticipati, lui delibera l’appalto, tu fai il lavoro, emetti fatture, paghi iva, tasse, stipendi e contributi, l’apparato appaltante non ti paga, per sopravvivere salti qualche cartella e così equitalia ti aggredisce e fallisci. Se poi sei particolarmente sfigato, salti fuori in una inchiesta e finisci nei casini dopo aver distribuito soldi, pagato tasse, sanzioni e tutto il resto senza aver visto un centesimo. Ecco, questo è il modo migliore per combattere la corruzione, bisogna dirlo agli Americani 😀

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    1. intesomale

      oddio qui c’è qualcosa di geniale. Dato che non possiamo avere la certezza della pena, usiamo l’incertezza della pena come spauracchio 😀 “Cari disonesti, qualcuno di voi sarà colpito, non si sa chi, volete rischiare? buuuu”… fantastico tads

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          1. TADS

            ho detto delle verità

            il tipo che ha sputtanato lo scandalo della sanità privata ha vissuto questa situazione… ha pagato tangenti, ha preso l’appalto, si è indebitato fino al collo per fare i lavori, ha pagato iva, tasse e stipendi ma nessuno gli ha mai saldato le fatture, infatti è fallito

            altro caso, uno degli accusatori di Penati sostiene di avergli elargito laute tangenti per appalti che non gli sono mai stati assegnati, praticamente, secondo lui, Penati in un colpo ne avrebbe bidonati due, il corruttore e il partito, destinatario della mazzetta

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    2. Wish aka Max Autore articolo

      Sono d’accordo con te, questo paese è talmente storto che neanche la corruzione funziona come dovrebbe. Però lo spauracchio di equitalia secondo me è blando. Concordo sul rischio che l’agente sotto copertura se ne scappi con la busta, ovvero che (peggio mi sento) diventi connivente con il concusso e prenda una tangente sulle tangenti erogate al concusso…
      Il problema è evidentemente strutturale, e qualunque mezzo si impieghi è suscettibile di eccezione e/o di malfunzionamento. Il mio punto è che se si volesse realmente, i sistemi ci sarebbero. E se invece di parlare di Juve-Roma, e degli stupri, e delle persone scomparse, per distrarre l’attenzione dai veri problemi, si parlasse di corruzione e di politica, ma quella vera, quella indirizzata a identificare delle strategie reali per uscire dalla crisi, allora forse potremmo nutrire qualche speranza.

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  11. intesomale

    e poi mandali anche dal piccolo funzionario, mandalo dal piccolo imprenditore, dal vigile urbano che se l’auto sul marciapiedi in san babila è blu o conosce la targa non fa la multa, mandalo dal giovane che fa l’onesto quando lo piglia in culo ma quando può metterlo in culo non si vergogna a pigliarsi un diploma o un’iscrizione a un albo professionale succhiando cazzi, mandalo da quelli che lo-fan-tutti-lo-faccio-anch’io, mandalo dai rappresentanti farmaceutici, e attenzione, pure dai finanzieri… ti serviranno un sacco di agenti sotto copertura, e un certo stomaco, ché alla conta dei tuoi amici e conoscenti ti ritroverai con poche dita alzate, tolti i disonesti, in questo paese in cui semplicemente noi il concetto moderno di legalità non lo abbiamo ancora digerito.

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Tu parli di “concetto moderno di legalità”. Io preferisco parlare di “senso dello Stato”, intendendo con questo quel rispetto dell’altrui diritto sintetizzato nel famoso “la tua libertà finisce dove inizia la mia”. Ecco questo concetto mi pare sia totalmente ignorato oramai. E non è soltanto un problema di “legalità”. Il problema si pone nel traffico, nella coda alla cassa del bar, nell’interlocuzione con chicchessia. E’ qualcosa che va al di là della “legge” intesa come sistema di diritto mirato a tutelare il rispetto delle regole. E’ un problema di civile convivenza, a qualunque livello. Mi trovo ad avere a che fare con un vicino pianista. Il quale suona per 6-8 ore al giorno. Gli ho rappresentato il disagio mio personale (che ogni tanto lavoro a casa) e soprattutto delle mie figlie, che studiano tutto il giorno. La risposta è stata “io suono quando mi pare”, nonostante la presentazione della giurisprudenza in merito. Ecco, abbiamo a che fare con individui di questo tipo quotidianamente. E di nuovo, il problema non è la legalità in senso stretto, il problema è il rispetto dell’altro. La capacità di immedesimarsi. Quella capacità che fa sì che io raccomandi alle figlie (quelle che studiano) (e che pertanto sono giovani) (e che pertanto nel weekend fanno tardi) (molto tardi), che io raccomandi loro di entrare in casa togliendosi le scarpe, se rientrano alle 4 o alle 5 del mattino. Perché immagino che camminare per casa alle 5 del mattino con le scarpe rompa i coglioni a chi sta sotto.
      Ci vuole pazienza. E quando la pazienza finisce, ci vuole un amico avvocato.

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      1. intesomale

        mh. forse un’ideale coincidenza tra legalità e rispetto è la noce dentro la pesca sia di quel che tu chiami rispetto, sia di quello che alcuni chiamavano anarchia. ma è un discorso luuuuuuuuungo. Comunque concordo, con quel che dici, e forse ho usato le parole in modo poco chiaro. ma il senso era la mancanza di un senso di qualcosa, ecco, di un senso della cosa, che non so se si possa risolvere “all’americana”…

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      2. TADS

        sottoscrivo,
        ecco, proprio questa è la fessura nella quale infilare il palanchino “la tua libertà finisce dove inizia la mia”, chi la traccia la line di confine??? sarebbe un grande passo avanti se si riuscisse a stabilizzare e condividere questo limite.

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        1. Wish aka Max Autore articolo

          In linea del tutto teorica, il limite dovrebbe essere stabilito dalla giurisprudenza. Quel che stiamo vivendo oggi è differente. Perché se da un lato la giurisprudenza parla chiaro, dall’altro ci sono problemi amministrativi che impastoiano il sistema, per cui si arriva allo stallo e chi ha ragione soccombe. Quel che però è importante è rimanere nell’alveo della civiltà, perché a me verrebbe voglia di attaccarmi al citofono alle 3 del mattino per rendere pan per focaccia al pianista, ma non lo faccio perché ritengo di essere differente, e ci tengo a guardarmi allo specchio e continuare a ritenerlo. Il problema vero è che alla lunga si cede e si diventa altrettanto bruti quanto i propri interlocutori. E questo va a discapito di tutti. E a vantaggio dei pochi che tirano le fila del giocattolo.

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        1. Wish aka Max Autore articolo

          Francamente a me piacerebbe vivere in un paese dove esista la certezza del diritto. Il che, purtroppo, è sempre meno vero, qui da noi. E’ chiaro che la legge del taglione è un’iperbole, e sono convinto io in primis che il deterrente non sia la medicina giusta, ma l’idea che il colpevole sia in qualche modo perseguito e punito, beh forse andrebbe un tantino rinforzata. Senza nulla togliere a Beccaria, per carità, del quale sono un fervido sostenitore. Resto convinto che la pena debba essere finalizzata alla riabilitazione e al reinserimento. Ma ad oggi ci sono troppi casi in cui questo sembra davvero una burla. Una Franzoni che ammazza il figlio ed è fuori dopo pochi anni, beh francamente mi fa un po’ paura. Io non vorrei averla come vicina di casa, tu?

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  12. Roberto Emanuelli (Erre)

    Il sistema è marcio. Non basta arrestare il politico che prende le mazzette, serve una ristrutturazione globale degli ingranaggi. Serve infondere e insegnare una cultura diversa. Serve lanciare un messaggio nuovo ai cittadini, alla gente. Dobbiamo avere fiducia nella gente, il sistema è marcio, non le persone. Non credo che con qualche arresto, fosse pure una roba di massa, cambi davvero le cose. Metti paura, rendi il tutto più violento e pericoloso, ma non cambi le cose. Come per gli evasori: metti in galera chi evade, certo, ma prima abbassa la pressione fiscale che, nei casi di società, arriva anche al 70%.

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Roberto, da una parte sono d’accordo con te, dall’altra meno. Mi spiego. E’ vero, verissimo, che ci sono tante, tantissime persone che lavorano onestamente, alcune di queste in condizioni di vero e proprio “strozzo” da parte del fisco.
      Ma d’altra parte è anche vero che ne esistono tantissime che in questo marciume si muovono come un topo nel formaggio, facendo affari e continuando a mantenere uno status quo che conviene innanzitutto a loro stessi.
      In queste condizioni è difficile cambiare. Cambiare il sistema, cambiare le regole, cambiare significa innanzitutto cambiare mentalità. E considerare gli “altri” non come nemici ma come parte del sistema, e comunque come persone innanzitutto da rispettare. Sintanto che questo sarà secondario rispetto al “porco comodo proprio” non andremo da nessuna parte. A meno di non prendere tutte le brave persone e fare la rivoluzione. Quella vera però.

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        1. Wish aka Max Autore articolo

          Sono d’accordo con te. Se il genere umano fosse in grado di autogestirsi non ci sarebbe necessità di un sistema giudiziario, né tantomeno di forze di polizia per sconfiggere la delinquenza. Il problema è la percentuale. Perché se la percentuale cresce a dismisura ed il marciume anziché essere l’eccezione diventa la regola, allora la certezza del diritto se ne va a farsi benedire…

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Io credo che potremmo usare quelli che abbiamo come agenti sotto copertura. Come dico nel titolo, basterebbe volerlo. Riusciamo a mettere infiltrati nella mafia, non riusciamo a gestire un pool di agenti sotto copertura?

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  13. 321Clic

    Una delle utopie che vorrei diventassero realtà. Ma ho paura che sia troppo tardi per il nostro paese, a tutti i livelli. Con la complicità della tv, ci hanno insegnato che l’impegno personale, la fatica nello studio, i sacrifici per raggiungere un obiettivo non pagano. Questa convinzione, questa pratica che ci è stata inculcata si applica a tutti i livelli. Ciò che paga per trovare un posto di lavoro è avere un santo in paradiso, e per chi non ce l’ha, procurarselo con una mazzetta. A livelli più alti, sei vuoi vincere una gara importante, basta pagare, più di un altro. Se vuoi vincere un processo pure se sei colpevole, basta pagare. Questo è ciò che succede in Italia. Lavoro da 25 anni nello stesso posto, assunta con in tasca il diploma con il massimo dei voti quando contava ancora qualcosa. Nel tempo, ho visto il criterio meritocratico decadere drasticamente a favore di amici e parenti della nostra classe dirigente. L’ultima assunzione di personale seriamente preparato risale a 10 anni fa. Che poi fossero capaci, non avrei neanche nulla da ridire. Invece non posso fare a meno di chiedermi come al giorno d’oggi sia possibile ritrovarsi una segretaria che non parla inglese, o colleghi che scaldano le sedie e costringendo altri a farsi il culo al loro posto. Per ritrovarsi poi nella situazione in cui siamo adesso. Basta, che più ci penso e più mi stranisco, è già è difficile prender sonno ultimamente.

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Lavorativamente parlando siamo quasi coetanei, io ho iniziato a lavorare nell’84 fresco di laurea e militare assolto, ricordo che dopo la laurea arrivarono a casa dodici proposte di lavoro. Erano tempi in cui le aziende prendevano le liste dei laureati nelle ingegnerie, in matematica, visto che le facoltà di informatica non esistevano ancora. Erano tempi in cui il limite di crescita del fatturato di un’azienda informatica era la capacità dell’azienda di crescere organicamente, assumendo personale. Perché letteralmente bisognava mandar via i clienti. E ricordo in tutte le aziende dove sono stato una sana meritocrazia, una sana competitività. Nel senso che se un collega riceveva un aumento o una promozione, si era contenti perché si pensava unanimemente che lo meritasse. Sembra un paese differente, eh? Ma sono sicuro che te lo ricordi anche tu. Come siamo arrivati qui? Boh. L’insipienza della classe politica secondo me è solo parzialmente una risposta. Se ti capita, leggi un libriccino di Brizzi, lo consoglio sempre. Si chiama “Vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio”. È un bell’excursus sul piano sociale e antropologico. E offre una chiave di lettura molto, molto interessante.

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      1. 321Clic

        Me li ricordo anche io i tempi della meritocrazia, si, e hai tagione anche nel dire che la “colpa” del tracollo non è da ricercarsi solo nella classe politica. Temo però che non sia più possibile ritornare a quei tempi. Grazie pet il consiglio, lo leggerò, quel libro.

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  14. redpoz

    Non voglio sbilanciarmi, perché l’argomento delle operazioni sotto copertura è un tema complesso e poco studiato.
    Temo, tuttavia, che questo metodo sia poco applicabile in Italia perché (sebbene non conosca esattamente com’è giuridicamente inquadrato in USA), in Italia non esiste una vera e propria “scriminante” che esclusa il reato per l’agente sotto copertura. Detto altrimenti: gli agenti sotto copertura per non diventare criminali, devono limitarsi ad azioni assolutamente marginali. Il che, di fatto, impedirebbe azioni come queste.
    Ripeto: è un tema che conosco poco e nei testi è presentato solo a grandi linee…

    Aggiungo però che combattere la corruzione con le inchieste potrebbe comunque essere possibile. Basterebbero alcune scelte legislative precise:
    1) aumentare le pene (per la corruzione “propria” -atti contrari ai doveri- la pena va da 2 a 5 anni, un’inezia: http://www.testolegge.com/codice-penale/articolo-319);
    2) si potrebbe anche escludere la corruzione dal novero dei reati “patteggiabili” o da altri benefici;
    3) si potrebbe prevedere anche la corruzione fra privati;
    4) si potrebbe disporre che la corruzione rientri fra i reati “ad allarme sociale” con trattazione prioritaria…
    E, aldilà dell’ovvietà di fornire alla polizia maggiori mezzi, si potrebbe fare una radicale opera di prevenzione semplificando alcune procedure così da disincentivare il ricorso a “soluzioni alternative” (esempio banale, il rilascio di un qualsiasi certificato della p.a.: chiunque, potendo scegliere di ottenerlo in tempi rapidi e certi, penserebbe seriamente ad un’elargizione…)

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