Di funerali, commenti e trasmissioni grottesche

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Mi ero ripromesso di non parlare del funerale di Vittorio Casamonica, perché la vicenda è così miserevole, specialmente dal punto di vista delle istituzioni, che ci si sporca solo parlandone.

Ma stasera ho guardato “In Onda”, dove erano ospiti due rappresentanti della famiglia Casamonica. Oltre a Travaglio, che non mi è particolarmente simpatico, ma che decisamente è dotato di acume e di ironia.

Vorrei richiamare l’attenzione su alcuni fatti, che tali sono visto che sono stati documentati da più di una testata giornalistica.

  • Un corteo funebre costituito da una carrozza con un traino a sei e una cinquantina di SUV è stato preceduto, a mo’ di scorta, da auto della polizia municipale.
  • Giunti a destinazione, sul sagrato della chiesa, i vigili provvedevano a smistare il traffico e a indicare i posti per parcheggiare ai partecipanti alla cerimonia
  • Il parroco ha dichiarato di non aver visto la gigantografia che ritraeva il defunto accanto alla scritta “Hai conquistato Roma”, gigantografia di dimensioni pari a quella di Don Bosco.
  • Il sagrestano, il giorno successivo al funerale, ha dichiarato di aver visto molto bene la gigantografia, mostrando meraviglia sul fatto che si facesse tanto baccano su questo funerale, mentre su quello di vent’anni prima nessuno aveva detto nulla
  • Un elicottero ha sparso un carico di petali di rosa, inizialmente si è detto che non necessitava di permessi di sorvolo, successivamente invece si è detto che aveva effettuato una deviazione non autorizzata. Il pilota dell’elicottero ha avuto la licenza ritirata.
  • Il signor Casamonica presente in video ha detto che lui ha precedenti penali, ma che ha pagato, e non c’è stato verso di sapere di che precedenti si trattasse.
  • La signora Casamonica presente in video ha dichiarato che a) la musica del Padrino suonata era un desiderio del defunto, b) che lei lavora onestamente in un albergo e c) che i 5 milioni sequestrati alla famiglia non sono stati usati per le popolazioni colpite dal terremoto de l’Aquila.

Sulla base dei fatti appena elencati, è evidente che c’è un livello operativo di autorità che era perfettamente al corrente di tutto: ovviamente il parroco, altrettanto ovviamente il comando dei vigili della Circoscrizione, e infine il funzionario ENAC che ha rilasciato il permesso per l’elicottero. Sarei francamente sorpreso che il Prefetto non sapesse. Sarei francamente sorpreso se nell’ufficio del Sindaco nessuno sapesse. Per la cronaca, il parroco è lo stesso che ha rifiutato di celebrare la funzione funebre di Welby in chiesa e ha celebrato sul sagrato.

Non voglio parlare di buon gusto, né di opportunità politica nel concedere tutto questo. Le domande che mi pongo sono sostanzialmente due. La prima: è possibile che mai nessuno paghi per dei marchiani errori? La seconda: dov’è finito Galantino, che parla sempre su tutto? Non ha nulla da dire sulla celebrazione di un funerale di quel tipo? Pensa, come ha detto il parroco, che quel che succede fuori dalla chiesa non è affar suo? Comprese le gigantografie del “re di Roma”? Come si dice nella vignetta sotto, il cammino di rinnovamento della chiesa è lento. Molto lento. (Ho censurato la vignetta, ma si può facilmente capire il senso anche senza usare parolacce).

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16 pensieri su “Di funerali, commenti e trasmissioni grottesche

    1. Wish aka Max Autore articolo

      Questo paese sta sprofondando. E non soltanto economicamente. Rispondendo stamane ad un’amica su Facebook (i post sono rilanciati sul mio profilo), che mi diceva che ospitare due rappresentanti della famiglia Casamonica in televisione era di dubbio gusto, le facevo presente che non so decidere se sia peggio vedere i Casamonica oppure sentire Salvini… 😉

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  1. gaberricci

    Forse non riuscirò ad esprimere le mie opinioni bene quanto vorrei, tuttavia: io non riesco a capire perché la questione sia diventata politica; semmai, a me sembra che l’unico che poteva sollevare questioni di opportunità fosse il parroco, costretto a trasformare una funzione sacra in una pagliacciata. Poi, se uno va dai vigili e gli dice: vorrei celebrare un funerale, secondo me verrà un sacco di gente e potrebbe crearsi casino, i vigili (o il sindaco di Roma) che devono fare, impedire il funerale? Non sono polemico, eh, non riesco a capire dove entri la politica in tutto ciò. Soprattutto quando non si hanno “fatti” cui agganciarsi (ad esempio, una condanna in “esecuzione” per il defunto).

    Poi, se vogliamo dire che il parroco è un parac**o, ok, avete ragione. Se vogliamo dire che Galantino parla di ciò che fa più comodo, pure.

    P.S.: il parroco non avrebbe potuto proprio celebrare il funerale di Welby, c’erano “ordini superiori” che lo impedivano.

    Cordialità.

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Sono parzialmente d’accordo con te. Il parroco sicuramente ha le responsabilità più grosse. Soprattutto relativamente alla parte “addobbi” esterni con la gigantografia che fa da contraltare a Don Bosco. Avrebbe potuto senz’altro dire che roba di quel tipo non si fa.
      Per quanto riguarda il problema politico, se (come io credo sia) il prefetto era al corrente, avrebbe dovuto semplicemente impedire la manifestazione esigendo che si tenesse il funerale in una zona più periferica senza intralciare il traffico. Faccio sommessamente presente che la polizia (e quindi la prefettura) avevano contezza del fatto che si sarebbe svolto il funerale in grazia della richiesta di permesso da parte di tre parenti che attualmente stanno scontando pena detentiva. Che poi la mano destra non sappia quel che fa la sinistra non meraviglia, come sempre in Italia. Però, trattandosi di una famiglia parecchio coinvolta in affari di dubbia legalità, stupisce che non ci sia stata attenzione sufficiente alle implicazioni. Non è tollerabile, infine, che siano esposti cartelli indicanti un presunto boss come “Re di Roma”. Non è tollerabile e basta. E credo sia sacrosanto auspicare un intervento della forza pubblica. Anche io non sono polemico, credimi, e apprezzo la pacatezza con cui hai espresso la tua opinione, che rispetto comunque pur condividendola solo in parte.

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      1. gaberricci

        Ti conosco, Max, so che non c’è polemica, ma insomma, va bene quando c’è contrasto d’opinione, no? 🙂

        Comunque… io credo che la legge non dovrebbe impedire ai parenti di un morto di andare al suo funerale, quale che essi siano; neppure, dovrebbe dire come si debba o non si debba svolgere un funerale, perché questa sarebbe un’invasione del campo dell’etica che, insomma, esula dalla legge. I vigili (qui sono d’accordo) dovevano semmai intervenire sulla gigantografia esposta fuori dalla chiesa, perché essa poteva costituire, credo, un reato (apologia di reato). Ma non sono sicuro. Ugualmente, sono parzialmente d’accordo sull’opportunità di spostare il funerale; o, comunque, si sarebbe dovuto dire ai parenti che avrebbero dovuto organizzarsi in proprio, pagando di tasca propria, perché il “pubblico” non può offrire i suoi “servigi” al “privato”. Soprattutto ad un privato così.

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        1. Wish aka Max Autore articolo

          Esattamente, questa poteva essere una soluzione compromissoria. Vuoi fare il funerale al Don Bosco? Ti organizzi privatamente la gestione del traffico e niente insegne con scritte insultanti. Per dire. Ma sembra che il buon senso sia morto in questo paese, insieme con la decenza. E ci mancherebbe altro che non ci siano differenze di opinione! L’importante è confrontarsi con pacatezza. Cosa che apprezzo particolarmente perché è merce rara, soprattutto in rete. 🙂

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    1. Wish aka Max Autore articolo

      Se posso permettermi un suggerimento, per voi che fate ancora in tempo, coi figli piccoli: mandateli via di qui. Mandateli in un qualunque paese civile, dove il rispetto del prossimo e delle regole è la norma e non l’eccezione. Dove sul lavoro sono valutati i valori in campo e non l’appartenenza a questa o quella cordata. Dove pagare le tasse è un atto scontato, e, infine, dove lo Stato è parte della soluzione, non del problema.

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  2. famigliacomponibile

    Infatti Max, se mio figlio lo vorrà, io e suo padre fin da quando era minuscolo avevamo già pensato di farlo studiare all’estero da dopo il liceo. Quest’anno inizierà il British, con un po’ di sacrificio economico nostro, ma il suo futuro davvero vorremmo che fosse via da qui.

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