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Stavolta

voragineStavolta il buco è più profondo. Molto di più. L’ho detto molte volte, l’incapacità di relativizzare è parte della vita di tutti. “Pensa a chi sta peggio” è la frase peggiore che si possa pronunciare. Come ha detto il mio amico redpoz in questo post, anche “andrà tutto bene” è una grandissima boiata, da dire e da sentire. Perché che ne sai? Che ne sai che andrà tutto bene? E che ne sai di come mi sento, e come fai a dire come si sente chi sta peggio? Qual è il metro? Qual è la misura? Il cibo quotidiano? Il tetto sulla testa? Ok, mi è andata di culo. Sono nato qui. Ma un po’ del mio, puttanaccia eva, ce l’ho messo anche io. Sono lustri che mi rompo il fondoschiena. Avrò diritto, considerate le condizioni al contorno, ad un tetto sulla testa e al cibo?

Non voglio farne un problema di meritocrazia. Voglio però sgombrare il campo da facili illusioni. Se uno si sveglia pensando “oddio un altro giorno” non è proprio un bel sentire, ecco.

E allora si prova a resistere, e si prova e si riprova. E poi viene il momento che si dice, ok. Anche se sono tre anni che ne faccio a meno, ok. Prendo i farmaci. Ma i farmaci non funzionano. E allora si prova a cambiare farmaco. E qualcosa fa, ma non troppo. La notte è una sequenza di risvegli con cadenza oraria più o meno.

E intanto i giorni passano. Cerco di dimenticare. Di andare oltre. E’ una fatica immensa.

P.S.: Ringrazio tantissimo sguardiepercorsi che mi ha indirizzato a questo video di Andrew Solomon, che inizia con una meravigliosa poesia di Emily Dickinson, riportata qui di seguito.

I felt a Funeral, in my Brain,
And Mourners to and fro
Kept treading—treading—till it seemed
That Sense was breaking through—

And when they all were seated,
A Service, like a Drum—
Kept beating—beating—till I thought
My Mind was going numb—

And then I heard them lift a Box
And creak across my Soul
With those same Boots of Lead, again,
Then Space—began to toll,

As all the Heavens were a Bell,
And Being, but an Ear,
And I, and Silence, some strange Race
Wrecked, solitary, here—

And then a Plank in Reason, broke,
And I dropped down, and down—
And hit a World, at every plunge,
And Finished knowing—then.