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Ieri sera leggevo questo post sul blog di elinepal. E mi è venuto lo sghiribizzo di vedere quante visite ho avuto. E, per la serie “niente è per caso”… eh già. I miei 5 lettori avranno già indovinato. Siamo proprio a 10.000. Con le statistiche di uorpress non ho un buon rapporto. Addirittura avevo creato il blog rendendolo “invisibile” ai motori di ricerca, e peraltro non mi è evidente che si possa eliminare questa pregiudiziale, nonostante io abbia comunicato a google la url del sito. Insomma non ero partito con l’idea di fare “ascolto”. Ma con quella di condividere un po’ di piegoline dell’animo (come le definisce un’amica che, bontà sua, mi ha dato un sacco di incoraggiamento sulla scrittura) con chi avesse avuto voglia di leggermi e fosse arrivato qui indirizzato da qualcuno o qualcosa. E’ successo con Iaia, con masticone, e anche con elinepal. Qualcuno che frequentava quei blog si è affacciato. Qualcuno è rimasto, qualcuno è andato. E’ anche accaduto che io sia stato invitato a partecipare ad un blog cooperativo.

E così ho condiviso le mie piegoline; la mia amica non dà una buona accezione a questo termine, lo usa per qualificare quegli esercizi manieristici tutti orientati allo stile, molto concentrati sulla forma e meno sulla sostanza. Sempre la mia amica, cogliendo in pieno il mio intendimento, mi dice che l’italiano a me piace, e mi piace usare uno stile pulito, con le parole appropriate. Ed è vero, l’italiano mi piace assai. E mi piange il cuore vederlo bistrattato continuamente nel parlato e per iscritto. Tempo fa volevo proporre un funerale per il congiuntivo, che è diventato un modo desueto oramai. E mi emoziona trovare qualcuno che usa l’accento acuto quando scrive “perché”, ché ne siamo rimasti pochi (anche il ché è una roba per pochi ;)). Ma non lo faccio per sfoggio, lo faccio perché mi piace. E mi piace perdermi, aprire parentesi, saltare da un argomento all’altro. Partire con la motocicletta e finire col Tao, o con un video di TED. E la mia amica dice che mi vengono le storie. E questo mi rallegra molto, a dirla tutta non avrei mai immaginato che mi sarebbe piaciuto scrivere, in realtà non avrei mai neanche immaginato che mi sarebbe venuta la voglia, di scrivere. La letterata della famiglia è sempre stata mia sorella, che in gioventù aveva scritto anche dei racconti, uno sulle mie figlie, molto bello peraltro. Con lei condivido lo stile scorrevole e leggero (me lo dicono eh, non è che me lo dico da solo). E questa esperienza blogghereccia che è poi sfociata in una pulsione a scrivere storie è molto, molto appagante. Debbo dire che non mi aspettavo che i miei scritti piacessero, ma la risposta di chi li ha letti è stata molto positiva. E allora mi è venuta voglia di farli leggere a molti, a parte gli amici e i parenti, ho anche cercato persone “pratiche” del mestiere (è in quel frattempo, che mi sono imbattuto in Otello Marcacci, del quale parlavo qui, e che mi ha dato, e continua a darmi, delle preziosissime indicazioni e tantissimi suggerimenti). E la cosa che mi ha stupito ed emozionato di più è che un racconto è come un figlio che esce di casa. Perché percorre una strada sua, che non ti appartiene più. Appartiene a chi lo legge, a chi vede cose che tu non solo non hai inserito scientemente, ma non hai neanche lontanamente immaginato. E però, se qualcuno le vede vuol dire che ci sono. E se ci sono, allora io come autore sono solo un tramite. Un tramite tra una storia che chiede di uscire, di essere raccontata, e qualcuno che vuole leggerla. Come dice il Maestro, Stephen King, “It’s the story, not he who tells it”. E solo ora comprendo appieno il significato profondo di questa frase.

E insomma, dopo un po’ di piegoline dell’animo, dopo un po’ di storie, sono qui a vedere questo 10.000 che francamente, onestamente, non mi sarei mai immaginato. Not even in my wildest dreams.

Per cui grazie mille, a tutti quelli a cui piace quello che scrivo, a tutti quelli che sono passati, a tutti quelli che hanno contribuito con un +1 a quel 10.000.

I contatti nella nuvola

Dopo lo stimolo di Bibi, ho pensato a questo tutorial che serve a gestire i contatti in modalità Cloud. Per semplificare al massimo, bisogna immaginare il Cloud come un supporto fisico che esiste, ma non sappiamo esattamente dove si trova. Sappiamo solo che possiamo collegarci a quel supporto come se fosse un disco locale. Tutti conoscono Google, molti conoscono Gmail, il sistema di posta di Google. Meno persone sanno che è possibile sincronizzare i contatti del proprio iPhone con i contatti Google. Il vantaggio evidente di questa soluzione sta nel fatto che se si cambia telefono i contatti sono salvi, indipendentemente dal tipo di telefono (parlo di iPhone ma qualunque smartphone può essere collegato con operazioni analoghe a quelle qui descritte). Di fatto, una gestione di contatti fatta così è un esempio operativo di Cloud Computing. Nei fatti non è nemmeno un esempio dei più banali, in quanto si tratta di un processo che prevede un’interazione forte tra l’utente e la nuvola, in quanto si interagisce a livello di singolo contatto e questo può essere fatto sia dal telefono sia direttamente via account Google.

Finita la noiosissima parte teorica, andiamo alla pratica. Assumo che il mio ipotetico lettore possegga un iPhone sul quale ci sono numeri di telefono memorizzati. Inoltre avrà a disposizione un PC o un Mac con iTunes, e anche un account Google. Nel tutorial vedremo come trasferire i contatti su Mac, come popolare l’account Google, e infine come sincronizzare l’iPhone con i contatti Google. Alla fine, una piccola nota su Google Calendar. Le immagini sono tutte miniaturizzate per ragioni di editing, cliccandole si ingrandiscono.

Innanzitutto è necessario scaricare tutti i contatti sul Mac o sul PC. Questo può essere fatto semplicemente collegando l’iPhone al PC/Mac e usando la funzione di sincronizzazione di iTunes, al termine dell’operazione i contatti saranno caricati su Outlook in caso di PC, o su Rubrica Indirizzi in caso di Mac. Sto usando il Mac per scrivere questo post, quindi le immagini sono riferite al Mac. 

Nell’immagine si vede la sezione “Info” di iTunes nella quale è indicata la modalità di sincronizzazione. E’ necessario ignorare la scritta nella parte inferiore, che indica che il mio iPhone è sincronizzato con Exchange. Se i contatti iPhone non sono sincronizzati con alcun servizio di rete questa scritta non deve comparire. Dopo aver provveduto a sincronizzare i contatti, aprire la Rubrica Indirizzi ed esportare tutti i contatti in un file vCard. Per farlo, innanzitutto selezionare la vista “Elenco e scheda”, selezionare una riga e poi utilizzare “Seleziona tutto” dal menu Modifica, oppure premere ⌘A. Infine, selezionare Archivio, Esporta, Esporta vCard, specificando il nome di un file. A questo punto, tutti i contatti presenti nell’iPhone sono presenti all’interno del file vCard (vCard è un formato standard utilizzato da varie applicazioni di posta, e da Google). La procedura in caso di utilizzo di un PC è analoga, usando Outlook al posto di Rubrica Indirizzi.

Ora abbiamo bisogno di un account Google funzionante, anche qui confido che non si debba partire dall’inizio dell’incomincio, ma che l’account già esista. Do anche per scontato che nell’account non ci siano contatti, nel caso non sia così i contatti importati andranno in aggiunta, ed è eventualmente disponibile una funzione che consente di identificare eventuali duplicati. Parlo di contatti alludendo ai numeri di telefono, nel caso si usi Google per la posta è possibile che qualche contatto email sia stato registrato. Questo non ha importanza.

Una volta loggati, per default ci si trova nella finestra dell’email. Sulla sinistra in alto c’è una grande scritta Gmail. Cliccandola si apre un menu a tendina dal quale è possibile selezionare contatti.

Faccio un piccolo inciso. La difficoltà che personalmente ritengo più grande nell’uso di Google è che le funzionalità, che sono tante, spesso sono nascoste o messe in punti non immediatamente o intuitivamente individuabili. D’altra parte per certi versi è anche comprensibile, in quanto Google sta cercando di imporre una propria “personalità” in alternativa ad Apple e Microsoft. Dal punto di vista dell’utente, che come al solito usa un po’ di questo e un po’ di quello, ciò significa un’altra filosofia da imparare e digerire. Ed è qui che questi stupidi tutorial si rivelano di qualche utilità… 😉

Una volta arrivati ai contatti è necessario importare il file vCard creato precedentemente. Innanzitutto selezionare “Importa” dal menu “Altro”, vicino all’icona che rappresenta l’aggiunta di un contatto.

Una volta selezionata l’operazione di importazione si apre una finestra pop up dove è sufficiente premere il pulsante “Scegli file” e selezionare il file vCard precedentemente salvato. Una volta scelto il fil il suo nome apparirà al posto di “Nessun file selezionato”. A questo punto basta premere “Importa” e l’intero file di contatti sarà importato nella rubrica dei contatti Google.

Ora è necessario specificare la modalità di sincronizzazione nell’iPhone. Per fare questo è necessario procedere in sequenza seguendo le immagini riportate qui di seguito.

1. Selezionare l’app Impostazioni, selezionare “Posta, contatti calendari”, e successivamente “Aggiungi Account”

 

2. Come tipo account selezionare Exchange. E’ importante non selezionare Google altrimenti non funziona. Nella schermata successiva specificare l’email, lasciare in bianco il dominio, su nome utente mettere l’indirizzo email senza “@gmail.com”, e inserire la password.

3. Premendo “Successivo” si arriva in una schermata in cui si aggiunge un campo tra email e dominio, Server. Specificare la stringa “m.google.com” e premere Successivo.

 

4. Nella successiva schermata si può scegliere cosa sincronizzare. Io ho due account separati, uno per i contatti e uno per la posta. Ma si può decidere anche di avere un unico account per tutto. Premendo “Salva” si torna alla schermata degli account e si verifica che è stato inserito.

Con la sincronizzazione attiva ogni volta che si aggiunge un contatto su iPhone questo viene automaticamente trasferito su Google, e viceversa. Stesso dicasi per il calendario.

A proposito del calendario, su Google il calendario è accessibile tramite la barra nera in testa alla finestra Gmail. Però c’è una possibilità di visualizzazione di un widget che apparirà nella parte sinistra della finestra Gmail, sotto la lista delle etichette email.

Per attivare il widget, che in “googlese” si chiama gadget, è necessario andare in Impostazioni, selezionando l’opzione cliccando sulla “rotellina” sopra la lista delle email, a destra (vedi immagine).

 

In sequenza, selezionare “Labs” dal menu orizzontale, cercare il “Gadget Google Calendar” (sono in ordine alfabetico) e selezionare il radio button “Attiva”. Scendere in fondo alla pagina, e salvare le modifiche.

Et voilà, il gadget è attivo e il calendario sarà visibile anche in Google mail. Se non dovesse avvenire contestualmente al salvataggio delle impostazioni, premere l’icona con i tre puntini indicata dalla freccia, che corrisponde ad un toggle mostra/nascondi opzioni aggiuntive.

Con il calendario sincronizzato vale lo stesso discorso dei contatti, le modifiche sono istantaneamente riportate da iPhone a Google e viceversa. Un’ultima cosa. Se si sincronizza anche la posta con questo sistema, il push email è più veloce rispetto alla configurazione con account Google nativo.

Credo sia tutto, se ci sono dubbi o chiarimenti chiedete nei commenti e se del caso aggiornerò il testo.